Ormai la strada è segnata: tutto sul cloud. Ma quale cloud? Non certo quello pubblico, troppo aperto, ma nemmeno quello privato, poco accessibile. Per Microsoft, «serve un cloud ibrido»
È Silvia Candiani, direttore marketing & operations di Microsoft (www.microsoft.it) a introdurci la nuova versione del sistema operativo Server di Microsoft. Quale sia l’attenzione posta dal colosso del software – tanto per i nuovi dispositivi mobili, quanto per il cloud – è evidente ormai da tempo. Ultimamente numerosi sono i prodotti proposti da Microsoft, anche attraverso il canale, che vivono nel cloud, da Azure a Office 365. «Occorre – sostiene Candiani – mettere il “turbo” al cloud, accelerarne l’adozione e, per farlo, la strada scelta da Microsoft è il cloud ibrido». Appare evidente che ci troviamo nel pieno di un trend di trasformazione, caratterizzato dalla moltiplicazione dei device. Alcuni analisti stimano che nel 2015 il numero dei device sarà pari a circa il doppio del numero di persone. Negli Stati Uniti, questo rapporto è già salito a 3,5 device a persona. L’immediata conseguenza sarà la crescita esponenziale dei dati e, quindi, nuove opportunità di business. Tutto questo porta alla necessità di una piattaforma per applicazioni globali con un sistema operativo cloud unico in grado di: trasformare il data center, abilitare le applicazioni moderne, effettuare analisi su qualunque dato e – last but not least – realizzare l’IT focalizzato sull’utente, il quale deve poter accedere alle proprie applicazioni indipendentemente dal device che sta utilizzando. Il tutto deve sapere coniugare sicurezza e prestazioni. La convergenza del private cloud e del public cloud – spiega Candiani – nasce in Microsoft da due anni di esperienza sulla tecnologia, che oggi caratterizza la versione del nuovo sistema operativo. Il mercato sembra rispondere con grande interesse: 550mila download dal quattro settembre – momento in cui è stato reso disponibile – e ben 250 aziende (solo in Italia), che lo stanno testando. Questi numeri evidenziano l’interesse più alto per un prodotto di questo genere misurato negli ultimi anni. Successivamente è intervenuto Luca Venturelli, direttore server e cloud di Microsoft. Il suo intervento ha mostrato i commenti dei clienti, che stanno provando il nuovo sistema operativo e che evidenziano come questo sia un moltiplicatore che non rimane chiuso nel data center. Anche due importanti aziende italiane hanno preso parte al lancio del nuovo sistema operativo: Telecom Italia (www.telecomitalia.it) e Pirelli Sistemi Informativi (www.pirelli.com). Ma come vedere il nuovo sistema operativo, cosa realizzare con esso all’interno dell’azienda? La risposta è semplice: un cloud privato all’interno dell’azienda che comunichi preferibilmente – ma non solo – con Azure e di conseguenza con il resto del mondo. Quali sono le peculiarità che rendono questo sistema operativo cloud unico? Sviluppo flessibile, manutenzione e gestione unificate, identità e sicurezza comune, virtualizzazione integrata, piattaforma dati complessa. Per citare solo una delle caratteristiche più importanti della nuova versione del sistema operativo, possiamo dire che è possibile spostare con la massima semplicità macchine virtuali dall’interno all’esterno dell’azienda, indifferentemente che si tratti di macchine virtuali Microsoft o di altri sistemi operativi. L’Active Directory potrà migrare su Azure. Venturelli non ha nessun dubbio sul fatto che, grazie a Microsoft Server 2012, si concretizzi l’hybrid cloud. Ad avvalorare quanto affermato da Microsoft, è intervenuto anche Marco Cusinato, executive partner Reply (www.reply.it) per portare la sua testimonianza maturata sul campo.