In Rete non bisogna perdere la bussola

cyberbullismo

“Nel grande mare di Internet è difficile navigare per chi è più piccolo, ostacoli e pericoli si nascondono tra le pagine e bisogna aumentare il livello di guardia per ridurre i rischi ”

Presentati a Roma nel corso di una conferenza stampa i primi risultati di “Non perdere la bussola”; è passato un anno da quando è partito il progetto nato dalla collaborazione tra la polizia delle comunicazioni, il sito YouTube e il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per educare i ragazzi ad un uso responsabile di Internet.

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Dopo il successo della prima edizione riparte, questa volta anche con il sostegno del Ministero della Gioventù, l’iniziativa che ha lo scopo di insegnare ai ragazzi che navigano in Rete e frequentano sia Youtube che i social network come sfruttare le potenzialità comunicative del web e delle community online senza correre rischi connessi alla privacy, al caricamento di contenuti inappropriati, alla violazione del copyright e all’adozione di comportamenti scorretti o pericolosi per se o per gli altri.

Nel Centro per la sicurezza online della famiglia, è possibile trovare informazioni sugli strumenti di protezione offerti da Google e consigli per genitori e ragazzi forniti in collaborazione con i tre partner dell’iniziativa: fra i temi trattati, cyberbullismo, contenuti violenti e/o a sfondo sessuale, adescamento online, privacy. Sono inoltre disponibili un decalogo di consigli generali rivolti direttamente agli insegnanti e ai giovani utenti della Rete, nonché suggerimenti sui comportamenti da tenere nel caso in cui si sia vittime di episodi di cyberbullismo.

Un’altra sezione contiene una serie di risposte alle domande più frequenti delle categorie di utenti cui il sito si indirizza. Vi sono inoltre link diretti per la segnalazione di episodi di abusi e usi scorretti dei prodotti online di Google e una sezione con i video-consigli forniti dai genitori che lavorano in Google ad alti genitori preoccupati della sicurezza dei loro figli su Internet.

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Il Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, ha sottolineato l’importanza della prevenzione e della formazione che specialmente da quest’anno avranno un peso maggiore all’interno del progetto in quanto saranno coinvolti anche gli insegnanti e i genitori. Un passo importante di cui ha parlato più nel dettaglio Scott Rubin, Head of Policy and Communications Strategy EMEA di Google, che ha iniziato il suo intervento citando una recente indagine di mercato commissionata alla società People, la quale ha dimostrato che soltanto il 18% dei genitori italiani può essere considerato conoscitore esperto delle nelle nuove tecnologie e quindi è in grado di affiancare in modo appropriato i figli in un approccio corretto e responsabile ai media digitali”.

“Ogni minuto – ha aggiunto – vengono pubblicate su Youtube 35 ore di video. E’ impossibile esaminare tutti questi filmati prima che vengano messi in rete. E’ necessaria quindi una maggiore collaborazione con gli utenti che ci devono segnalare le anomalie”.

E proprio nell’ottica di questa nuova cooperazione con i privati e le istituzioni, Google – con il patrocinio di Save the Children, Telefono Azzurro e Terre des Hommes – ha creato un nuovo Centro Sicurezza Online per la Famiglia per raccogliere spunti e dispensare consigli su come utilizzare al meglio gli strumenti di sicurezza per navigare in Rete. Le insidie dalle quale difendersi infatti sono tante. Nel 2010 la Polizia di Stato ha monitorato 19mila siti sospetti, svolto 66 operazioni sotto copertura che hanno portato all’arresto di 63 persone e alla denuncia di altre 600 per reati connessi alla pedopornografia”.

A questo proposito il Ministro dell’Interno Roberto Maroni, appassionato di nuove tecnologie, ci ha tenuto a mettere in guardia gli internauti dai furti d’identità, le frodi informatiche e la pedopornografia. “Il cybercrime – ha detto, a chiusura dell’incontro – si combatte con la prevenzione, attraverso nuovi strumenti perché si tratta di crimini insidiosi: solo la pedopornografia fattura tre miliardi di euro ogni anno e rappresenta un cancro che va combattuto senza timori e titubanze. La prevenzione – ha aggiunto – deve partire dalla formazione, per questo il progetto è indirizzato alle scuole e alle famiglie. Inoltre, la partnership tra governo e aziende private è fondamentale per garantire la massima sicurezza ai nostri ragazzi”.

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A cura di Antonio Savarese in collaborazione con Annalisa Scifo