Violazione della privacy, virus e scarsa tutela dei minori
In occasione del “Safer Internet Day”, celebrato lo scorso 8 febbraio, l’Eurostat, ufficio di statistica dell’Unione Europea, ha pubblicato un bilancio relativo alla sicurezza digitale nell’ambito dei 27 paesi dell’UE.
Il quadro delineato, come era ben facile prevedere, è tutt’altro che rassicurante. L’indagine ha riguardato vari settori. Per quanto riguarda quello delle perdite dal punto di vista finanziario o delle informazioni personali le statistiche sono state le seguenti: in Italia il 45% degli utenti ha perso i propri dati oppure ha impiegato parecchio tempo per risolvere problemi relativi a virus informatici; negli altri paesi europei le vicende non sono state di certo migliori. Bulgaria (58%), Malta (50%), Repubblica Slovacca (47%), Ungheria (46%). Un po’ meglio in Austria ( 14%), Irlanda (15%), Finlandia (20%), Germania (22%).
Tra i navigatori che hanno utilizzato il web negli ultimi 12 mesi, il 4% ha dichiarato di aver subito una violazione della privacy o delle informazioni personali. Casi esemplari sono Bulgaria e Spagna che a fronte di questo 4% hanno registrati ben il 7% di violazioni.
Un altro ambito di ricerca molto importante su cui l’Eurostat ha focalizzato la propria attenzione è quello della sicurezza per i bambini e i giovani che hanno a che fare con Internet. Nell’ultimo anno la media europea di controllo da parte dei genitori sull’utenza dei propri figli e di installazione di filtri è stata del 14%. Da questo punto di vista i genitori più responsabili sembrano essere quelli di Lussemburgo e Repubblica Ceca con il 25%.
Queste ultime percentuali relative al “parental control” diventano ancora più preoccupanti se associate alle recenti cronache da cui si evince che la maggior parte degli abusi e delle violenze su minori, avviene attraverso il canale del web e si localizza soprattutto nel dominio di Facebook, potente strumento di comunicazione ma anche catalizzatore di sguardi malintenzionati.