World Quality Report: un quarto del budget IT per testing e verifica qualità delle applicazioni

Il processo di digital transformation porta a incrementare il focus strategico sulla qualità applicativa, ma molte aziende sono in ritardo nei test in ambienti mobile e nella dimostrazione del relativo ROI

Capgemini, uno dei più importanti fornitori mondiali di servizi di consulenza, tecnologia e outsourcing, e Sogeti, la sua divisione specializzata in servizi professionali, hanno presentato i risultati della quinta edizione del World Quality Report. Il report, pubblicato in collaborazione con HP, rivela come le attività di Testing e Quality Assurance (QA) condotte sulle applicazioni impieghino oggi quasi un quarto dell’intero budget IT e, in un momento in cui molte organizzazioni intraprendono un processo di trasformazione digitale, questo richiede una crescente importanza dell’affidabilità delle applicazioni software per la reputazione e il funzionamento delle aziende stesse.

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All’aumentata importanza della qualità applicativa è equivalso un incremento della percentuale della spesa IT media destinata alle attività di QA, che è passata dal 18% del 2012 al 23% del 2013. Molte aziende faticano ancora a dimostrare al proprio interno il reale valore delle attività di testing. Inoltre, anche se la tecnologia mobile è un canale prioritario per il coinvolgimento di dipendenti e clienti, quasi metà degli intervistati (45%) non riesce ancora a validare adeguatamente le funzionalità, le performance e la sicurezza di applicazioni e dispositivi mobili. Sebbene il report evidenzi un rapido incremento dei test per mobile (dal 31% del 2012 al 55% del 2013), oltre metà del campione intervistato (56%) sottolinea come la mancanza di metodi ad hoc rappresenti l’ostacolo principale di test in questa area, mentre un ulteriore 48% riferisce di non disporre di professionisti in ambito mobile.

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La sempre più forte dipendenza delle aziende dai sistemi e dalle applicazioni IT, per supportare la continuità operativa del core business, sta portando all’adozione di un approccio verso la QA molto più strategico, centralizzato e orientato al business. Rispetto all’8% del 2012, nel 2013 oltre un quarto degli intervistati (il 26%) ha consolidato la propria funzione di QA all’interno di singoli progetti, linee di business o nell’intera azienda. Quasi un intervistato su cinque (19%) ha dichiarato che la propria azienda dispone di un Testing Center of Excellence (TCOE) totalmente operativo e pronto a soddisfare le richieste del business; un valore in aumento rispetto al più esiguo 6% dello scorso anno in conseguenza della tendenza a rendere i processi di test molto più industrializzati all’interno delle aziende. Cresce anche la richiesta di competenze verticali e di business da parte dei tester, con circa due terzi (63%) degli executive intervistati convinti che la comprensione delle dinamiche di business sia importante per poter allineare meglio le funzioni QA con le priorità strategiche delle aziende.

“I dati emersi dall’edizione del World Quality Report di quest’anno riconfermano l’importanza sempre più strategica delle funzioni di Testing & Quality Assurance per il contributo che offrono al raggiungimento degli obiettivi operativi delle aziende e al soddisfacimento delle aspettative dei clienti”, ha dichiarato Marco Bonanni, responsabile Global Service Line del Testing di Capgemini Italia. “Sempre più spesso le applicazioni tecnologiche costituiscono l’interfaccia primaria tra un’azienda e i suoi clienti – spesso declinata su più canali e dispositivi, con utenti finali sempre meno disposti a tollerare errori funzionali, performance carenti o vulnerabilità”.

A fronte della crescente importanza strategica della funzione di QA in molte aziende, il report di quest’anno evidenzia come alcune organizzazioni stiano sperimentando il valore che queste attività apportano al business nell’ambito di un approccio maggiormente strategico, acquisendo le metriche relative a un ROI di business più ampio come il contributo alla riduzione del time-to-market (45%) o i risparmi derivanti dal prevenire i difetti (39%). Tuttavia, molte imprese non riescono a dimostrare il valore di business delle attività di QA, concentrandosi piuttosto su dati di natura operativa come ad esempio il numero di difetti rilevati (73%) o il costo del singolo test (55%). Il 45% degli intervistati coinvolge inoltre la funzione di Testing in una fase troppo avanzata del processo di delivery perché la qualità applicativa possa beneficiarne al di là della semplice identificazione e risoluzione dei difetti.

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Per le aziende che faticano a migliorare la maturità della propria funzione di QA interna, il modello Managed Testing Services (MTS) in outsourcing rappresenta un’opzione emergente: il 12% degli interpellati si rivolge infatti ai fornitori di MTS per ottenere non solo personale ma anche conoscenze specializzate dei processi di testing e una gamma completa di tool per eseguirli con la massima efficienza così da poter dimostrare il ROI in modo efficace. Analizzando ad esempio il caso in cui i test di applicazioni mobile vengono affidati in outsourcing, la capacità di condurre le verifiche su una ampia varietà di sistemi operativi e dispositivi differenti è considerata la più importante dal 60% degli intervistati, a indicare l’esigenza di assicurare la copertura di un vasto numero di ambienti di test che molte funzioni QA interne non sono in grado di gestire.

“Con i dati della ricerca che indicano come un quarto della spesa IT venga destinato alle attività di Testing e QA, misurare il ROI in base a parametri sia finanziari che operativi diventa sempre più importante”, ha affermato Matt Morgan, Vice President, Product Marketing, Software, HP. “Affinché le aziende possano adottare un approccio più strategico nei confronti di Testing e QA, è necessario disporre di maggior visibilità e capacità di reporting per illustrare il valore operativo e di business del testing stesso”.