Working Capital non lascia ma raddoppia

Working Capital non è più un bel progetto, ma una solida realtà che aiuta gli startuppers italiani a realizzare i propri sogni grazie a un acceleratore di impresa che investe nelle migliori startup italiane del settore digital, aiutandole a fare il grande passo dall’incubazione al mercato.

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Se è vero che in Italia i cervelli ci sono ma mancano i capitali, il gioco di squadra e la formazione imprenditoriale, la risposta di Working Capital Accelerator è, punto per punto, proprio quella di:

  • Investire 2,5 milioni di euro all’anno nel capitale di startup nuove o già esistenti focalizzate sul digitale.

  • Mettere in connessione i nuovi protagonisti dell’imprenditoria digitale italiana e le loro competenze. Tutto questo con l’aiuto di una rete di mentor di rilievo internazionale.

  • Fare formazione sui temi di Internet, del mobile e della digital entrepreneurship sia online, sia nel mondo fisico.

Working Capital Accelerator favorisce la creazione di partnership e network utili allo sviluppo e all’internazionalizzazione delle start up, in primo luogo attraverso la collaborazione con The Kauffman Fellows Program.

Un fiume di idee creative e innovative in ambito Internet, digital e green. Inviate da studenti universitari, ma non solo. Un fiume che si concretizza in 771 progetti.

Sono questi i numeri con cui si è appena chiusa la call di Telecom Italia per i grant. Se alle 771 idee di ricerca applicata si sommano i 300 seed ricevuti – vere e proprie idee di impresa – si arriva a più di 1.000 idee raccolte in poco più di quattro mesi.

La voglia di startup sta contagiando tutti nel Paese; c’è un uploader di 16 anni, e uno di 82. Lo stesso vale per la provenienza geografica. In questa call è però stata particolarmente forte la partecipazione del mondo delle università, soprattutto di studenti delle triennali iscritti a informatica ed economia, e dei dottorandi.

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Ecco una interessante infografica con i principali numeri