Italiani e rapporto tra tecnologie e vita quotidiana: persiste un divario generazionale, sociale ed economico
Rapporto tra tecnologie e vita quotidiana. Le famiglie italiane sono TV-cellulari dipendenti. Il 96% possiede una televisione, il 90% fa uso di cellulari (dati Istat 2009). Italiani tecnologicamente avanzati? Per nulla.
Il personal computer è presente solo nel 54% delle famiglie mentre per l’accesso a internet la percentuale scende al 47%. Dato, quest’ultimo, ulteriormente compromesso dalla percentuale di connessioni a banda larga: solo il 34% delle famiglie ne hanno disponibilità.
Dati che risentono del profilo anagrafico della popolazione italiana. Siamo un paese di vecchi: la percentuale di popolazione italiana con età superiore ai 65 anni era del 18,7% nel 2001, dati ultimo censimento Istat, percentuale che negli ultimi dieci anni ha conosciuto un ulteriore aumento.
In questa fascia di età solo il 5,5% dispone di accesso a internet. Se può consolare, il tasso di penetrazione di internet in banda larga nelle famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 64 anni è invece del 39% rispetto alla media europea del 56%.
Nelle condizioni in cui versa l’Italia – negli ultimi due anni il fenomeno recessivo ha riportato il PIL ai valori di 8 anni fa – la situazione economica incide pesantemente nella diffusione dei nuovi media. A un divario generazionale si accompagna un divario sociale.
Nelle famiglie più abbienti, in cui il capofamiglia risulta dirigente, imprenditore, libero professionista, l’accesso a internet è di circa l’80%, una differenza di 30 punti percentuali rispetto alle famiglie operaie. Esiste, non ultimo, un divario geografico. L’uso di internet supera il 46% nel Centro-nord e si attesta intorno al 38% nel sud e nelle isole.
Connessioni a banda larga, punto debole dell’economia italiana. A gennaio 2009 risultava che tre imprese su dieci dispongono di una connessione a banda stretta (modem o Isdn). Fenomeno che per fortuna si attenua progressivamente al crescere della dimensione aziendale: nelle realtà con un numero di occupati superiore a 50, la connessione a banda larga ha un tasso di utilizzo superiore al 90%.
A fonte di questo sconfortante scenario non si può che essere d’accordo con quanto si va affermando da tempo: “La dotazione di una rete tecnologicamente avanzata è un elemento fondamentale e discriminante per la competitività a livello internazionale, soprattutto in un contesto mondiale sempre più orientato in direzione dello sviluppo tecnologico.
Sono necessari, pertanto, ingenti investimenti per dotarsi di una rete al passo con i tempi ed in grado di assicurare un futuro in crescita per la nostra economia (Federconsumatori)”.
Peccato che gli investimenti di 800 milioni di euro, per quanto una goccia rispetto all’entità del valore che si dovrebbe mettere in gioco per attivare un piano di rilancio complessivo, siano poi scesi a 400 milioni. Un semplice gettone di presenza di cui peraltro si attende ancora l’effettiva disponibilità.