Nonni in internet: un click per stare insieme

Una vera e propria task force per aiutare gli over 60 a superare il “divario digitale”. Questo è il senso del protocollo d’intesa “Nonni in Internet: un click per stare insieme” siglato fra l’Auser, il sindacato dei pensionati Spi Cgil e la Fondazione Mondo Digitale.

Tre importanti organizzazioni hanno unito le forze dando vita ad un progetto nazionale di alfabetizzazione digitale degli anziani, un’ampia operazione sul territorio per aiutare gli anziani a superare il “digital divide” alla lettera “divario digitale” vale a dire la mancanza o la difficoltà di accesso e di fruizione alle nuove tecnologie di comunicazione ed informatiche.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Quel muro invisibile che rischia di creare vere e proprie fratture generazionali e sacche di popolazione emarginata, senza alcuna possibilità di accesso alle nuove tecnologie.

Lo faranno con il coinvolgimento dei giovani, saranno infatti gli studenti di ogni ordine e grado e di diverse regioni italiane a fare da tutor.

Alla base inoltre di questo protocollo, la sfida per il diritto all’apprendimento permanente, che è anche l’oggetto della legge di iniziativa popolare promossa da Cgil, Spi-Cgil, Auser e Flc.

Si partirà a gennaio con delle esperienze pilota al Nord, Centro e Sud Italia, verranno coinvolte le leghe territoriali del Sindacato dei pensionati della Cgil, le università popolari e circoli e centri culturali dell’Auser.

La Fondazione Mondo Digitale da parte sua curerà i rapporti con le scuole che aderiranno al progetto; seguirà la formazione dei docenti; metterà a disposizione la propria esperienza e i materiali didattici; assicurerà i requisiti di qualità necessari per il rilascio degli attestati di partecipazione ai corsi.

L’85% dei giovani studenti europei utilizza il web, contro una media del 13% degli anziani (dati Eurostat) si attesta invece sull’8% la quota di ultrasessentacinquenni italiani che utilizzano le nuove tecnologie.

Leggi anche:  L'UE vuole vederci chiaro nel rapporto OpenAI-Microsoft

Le condizioni economiche, di istruzione e l’assenza di infrastrutture sono da individuare fra i principali motivi di esclusione. Il protocollo siglato fra le tre organizzazioni aiuterà il nostro Paese a guadagnare qualche posizione nel panorama europeo. E soprattutto aiuterà tante persone a migliorare la qualità della vita.