Autoclusters è un progetto di cooperazione e innovazione territoriale che attraverso l’elaborazione di un’ampia base di dati, che raccolga i dati relativi a tutti i principali protagonisti europei del settore automobilistico, mira a costruire una rete dove possano svilupparsi proficue relazioni tra piccole e medie imprese, università ed enti di ricerca e sviluppo in ambito dell’industria dei trasporti.
Grazie alla possibilità di visualizzare sull’apposito sito web, presto a disposizione anche per il vasto pubblico, informazioni relative a programmi comunitari e nazionali oltreché progetti finanziati da enti del settore automotive, si favorisce la cooperazione e lo sviluppo di relazioni tra i vari attori.
Sarà, infatti, possibile conoscere con estrema facilità la presenza di nuove opportunità di ricerca, gli importanti risultati dei progetti di ricerca in atto e stabilire contatti con esperti di fama internazionale.
La creazione di un unica base di dati rappresenta un passo importante nel settore automobilistico, dal momento che si crea uno spazio in cui i vari attori unendosi riescono a tendere sempre di più verso l’innovazione.
Infatti grazie alle relazioni che potranno nascere tra centri di ricerca e imprese automobilistiche sarà possibile facilitare il passaggio dal laboratorio al prodotto, e dunque favorire il contatto tra la ricerca e la produzione di risultati tangibili.
Sono in tutto nove i paesi europei coinvolti nel progetto, e tra questi figura anche l’Italia con la collaborazione tra CREATE-NET, l’Università degli Studi di Trento e il Centro Ricerche Fiat.
“La nostra partecipazione – ha spiegato Stela Stancheva, responsabile del progetto Autoclusters per CREATE-NET- si concentrerà prevalentemente in due aree di lavoro:‘Tecnologia ed elettronica’ e ‘Tecnologia verde’ che dovranno avere un impatto positivo sullo sviluppo sostenibile”.
Il progetto è stato finanziato, per un importo totale di 1.645.000 Euro, da ERDF (European Regional Development Fund) e dal programma di cooperazione transnazionale SEE (Sud Est Europa).
“Autoclusters – ha proseguito l’ing. Stancheva – consente di riapplicare risultati di progetti di ricerca già conclusi a cui hanno partecipato gli stessi partner locali, come SAFESPOT, un progetto focalizzato sulla sicurezza stradale, e questo è senz’altro un aspetto molto importante perché garantisce la continuità nella ricerca”.
Autoclusters rappresenta, dunque, un primo importante passo verso la creazione di una rete atta a perfezionare la ricerca e il ciclo dell’innovazione nel settore automobilistico, e nel caso Trentino, a diffondere nel Sud Est Europa, l’importante ruolo che la Provincia autonoma di Trento ha rivestito in termini di facilitatore dell’innovazione del trasferimento tecnologico per l’industria dei trasporti.