Per il motore di ricerca di Microsoft un blackout di 45 minuti
Brutta esperienza per Microsoft e un danno all’immagine. Ma il cloud computing non dovrebbe rassicurare? Per circa 45 minuti, dalle 9.25 alle 10.10 (US Pacific Time) di giovedì sera 3 dicembre Bing ha fatto Bang, il motore di ricerca di Microsoft ha registrato una mancanza di memoria per più di mezzora, non ricordava più nulla. Ai visitatori Bing dava pagina bianca, un completo smemorato.
La disruption è stata subito riportata all’attenzione della rete via Twitter, dove sono stati scambiati centinaia di commenti. Certo, mentre Microsoft sta investendo nel cercare di rapidamente azzerare il gap tecnologico e di mercato con Google, disfunzioni come queste sono deleterie, ma ci si può consolare.
La stessa Google, nello scorso mese di gennaio, aveva avuto un blackout di un’ora, motivo dichiarato, errore umano. E poi ancora un disservizio in Gmail protrattosi per ore.
Per Bing il motivo del disservizio, in base a quanto dichiarato da Microsoft, è stato causato da un cambio di configurazione involontariamente innescato durante una fase di testing interno.
Non appena il personale si è accorto del problema è stata avviata la procedura di ripristino che ha consentito di riportare il sistema nelle condizioni originarie.
I casi Microsoft e Google in merito ai disservizi occorsi non sono gli unici registrati nel corso dell’anno tra i numerosi data center che negli Stati Uniti erogano una quantità di servizi crescenti.
Nel corso del 2009 le interruzioni del servizio forniti dai data center operativi negli Stati Uniti sono stati numerosi. Basta andare su siti specialistici come Data Center Knowledge per averne conferma.
In alcuni casi si tratta d disservizi della durata di pochi minuti, in altri di interruzioni più serie, molti dovuti a problemi elettrici, ma l’elenco è vario e differenziato.