Ho aspettato qualche giorno per dire la mia su Volunia, il nuovo progetto di Massimo Marchiori il professore dell’Università di Padova famoso in tutto il mondo per aver creato l’algoritmo HyperSearch citato da Sergei Brin e Larry Page come “base” per PageRank, l’algoritmo di Google.
Un vecchio adagio dice “bene o male non importa, l’importante è che se ne parli”, beh in questo caso basta leggere in giro per non avere dubbi in quanto quasi tutti ne parlano male. L’hashtag #epicfail è stato quello più comune che si vedeva su Twitter durante la presentazione di questo progetto.
Eppure la fase precedente alla presentazione era stata svolta molto bene creando mistero e attesa attorno a questo progetto, tanto è vero che nessuno tra gli addetti ai lavori sapeva quali fossero le novità introdotte.
In Italia c’è voglia di innovazione tecnologica e molti credevano che questa fosse la scintilla da usare per far esplodere la nostra voglia di creatività.
“Volunia e’ un’ulteriore dimostrazione della voglia di innovare degli Italiani. Fare startup e’ ormai una passione nazionale. Non so se sara’ Volunia, ma secondo me siamo pronti per una Google Italiana.” – afferma Fabrizio Capobianco, Presidente di Funambol
La cosa interessante è che stavolta come non avveniva da anni i riflettori anche stranieri illuminavano la nostra terra vogliosi di scoprire cosa era stato fatto, purtroppo quest’occasione è stata sprecata in malo modo.
Ho chiesto ad alcuni amici esperti di innovazione di fornire un loro punto di vista.
Marco Marinucci – fondatore di Mind the Bridge – “Premesso che: non conosco Marchiori (mi ispira simpatia) e che non ho provato il prodotto (ahime’ non sono stato considerato un ‘superuser’) i miei commenti sono puramente ‘estetici’:
1) Startup vs Progetto di ricerca
E’ il tema principale con cui ci confrontiamo giornalmente a Mind the Bridge.
Le modalità di esecuzione, presentazione e stimoli sono antitetici.
Se guardi Volunia come un interessante progetto di ricerca, tutto torna: il ricercatore, il contesto di presentazione, gli inceppamenti ci stanno tutti. Se lo guardi come una startup commerciale che lancia un prodotto a livello internazionale, e’ un disastro completo.
Le dinamiche che fanno funzionare (e bene) un progetto di ricerca sono letali per un venture che deve sopravvivere (o fare il botto) nelle logiche di mercato. I ricercatori che sanno anche fare gli imprenditori sono una rarità
2) Il mondo ci guarda
non so se c’e’ stata la consapevolezza dell’impatto mediatico che il lancio poteva avere. Tutta la stampa di settore a livello mondiale era in attesa (why???) E, giustamente, si e’ sentita clamorosamente delusa dopo il flop della presentazione. Un esempio per tutti: Gigaom (in Silicon Valley oggi più rispettato di techcrunch)
http://gigaom.com/2012/02/06/is-volunia-italys-answer-to-google-or-just-hot-air/
Mi chiedo: lasciamo stare il contesto pomposo e anti-startup dell’università alle spalle (vedi punto 1)
Ma se hai ambizioni internazionali, possibile almeno fare una presentazione in Inglese???
La parte triste e’ che questa e’ proprio la dinamica e stereotipo negativo che noi italiani in Silicon Valley stiamo cercando di far cambiare, con fatica, giorno dopo giorno.
3) Cavallo davanti ai buoi
Google insegna. Fai giudicare dagli utenti, non i giornalisti.
Almeno che tu non sia Steve Jobs, hai solo da perdere nel lancio mediatico *prima* che il mercato abbia deciso se quello che fai e’ rilevante o no.
Detto questo, auguro il migliore dei successi al progetto.Tutta l’Italia non vede l’ora di esserne orgogliosa.”
Layla Pavone- Presidente Onorario di Iab Italia invece pone l’attenzione sulla comunicazione carente. “sono entusiasta per il lancio di questo nuovo progetto tutto italiano. Non ho mai dubitato sulla capacità di fare innovazione da parte di noi italiani. L’inventiva, la creatività’ e l’innovazione sono nel nostro DNA e auguro di cuore a Massimo Marchiori un successo internazionale tutto Made in Italy. L’unico rammarico è che la presentazione non sia stata eccezionale e questo è un peccato perché anche la comunicazione ha un gran rilievo, soprattutto quando l’ambizione è di posizionare Volunia in uno scenario internazionale. La sensazione è che il team d’ingegneri non si sia avvalso di un partner o di consulenti professionisti della comunicazione che avrebbero certamente contribuito a dare maggiore risalto, in termini anche d’impatto, al lancio di Volunia. L’attesa è stata troppo lunga e il ritardo di Marchiori onestamente non mi è piaciuto”.
Volunia è tuttavia un progetto altamente tecnologico e quindi è corretto analizzarlo anche dal punto di vista tecnico, ahimè non ho potuto farlo dal vivo non avendo ricevuto accesso al sistema e quindi devo fidarmi di chi lo ha fatto in particolar modo Luca Conti uno dei più famosi e competenti blogger italiani in questo post.
Luca ha fatto delle semplici “prove su strada” effettuando alcune ricerche e confrontando i risultati con quelli di google con risultati molto scadenti. Molti potranno dire che Volunia non è un semplice motore di ricerca ma uno strumento di Social browsing che sempre Luca smonta così “Ogni volta che clicco su un risultato e navigo, ho una barra di fianco a me per lasciare un commento e vedere quelli altrui. Ho una barra in testa che mi dice chi altro è sulla pagina. Posso fare una ricerca sui membri di Volunia con visibilità pari a quella della ricerca.In breve, Volunia vuole vincere dove altri fino ad ora hanno fallito, vedi Google Sidewiki, Flock, Rockmeit e altri. Ci riuscirà? Se la strategia è attirare l’utente e fidelizzarlo con il motore di ricerca, per poi farlo navigare loggato a Volunia e commentare il web in compagnia, credo fallirà miseramente.”
Purtroppo i fatti sembrano dare ragione al titolo di quest’articolo in cui si parla di morte per un progetto appena nato.
Amen.
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