Oltre il VoIP

“Il VoIP è una parola che identifica una tecnologia. Tutti gli italiani usano il VoIP spesso e neppure se ne accorgono. Noi facciamo un VoIP completamente libero e sconnesso dal fornitore della linea fisica quindi diamo una credenziale che l’utente può utilizzare in qualsiasi modo ”

Il mercato del Voip è in continua espansione, la voce ed i dati corrono sulla Rete, ma come funziona davvero questo mondo? Ne abbiamo parlato con Andrea Misa Galli – Ad di Messagenet

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Quando è nata Messagenet, qual era l’idea e come si è sviluppata nel tempo?

Messagenet nasce dalla costola di un’altra azienda che si chiamava COMM2000. Quest’ultima è nata nel 1985 ed ha fatto concorrenza per prima all’incumbent italiano per quanto riguarda prima il mercato Telex e poi Fax. In pratica, si era capito che si poteva inviare Telex all’estero tramite reti dati (allora si utilizzava X25 e non internet) con notevoli risparmi rispetto a quanto si spendeva in Italia. Quindi si è sviluppata questa prima forma di concorrenza, c’è stata un’espansione nel mercato della messaggistica. In pratica, si raccoglievano i testi dei fax da automazioni (es. AS400), in formato testuale, che poi venivano spediti all’estero.

Ho cominciato a lavorare con COMM2000 nel 1992 e mi sono occupato di servizi di messaggistica e di far partire la parte di servizi internet. COMM2000 è diventata uno dei primi ISP (Internet Service Provider) nazionali e nel 1999 abbiamo realizzato quello che poi è stato lo zoccolo di partenza di Messagenet: il servizio Free-fax. Il servizio nasceva dall’esigenza che i clienti manifestavano di avere un numero di fax con cui potere ricevere quest’ultimi che poi sarebbero stati consegnati sui loro computer.

Nel 2000 stava per “scoppiare” la bolla di internet e per le aziende che operavano nel settore allora c’erano due alternative: o quotarsi in borsa o essere comprati da un gruppo più grosso, perché c’era una sorta di corsa all’oro di vari gruppi esteri che si consolidavano per dominare questo mercato.

Quando COMM 2000, in seguito a ciò, scelse di vendere l’attività a KPNQwest, visto che la società olandese aveva poco interesse ad investire sulla parte della messaggistica, abbiamo deciso di valorizzare noi questo aspetto. Avendo avuto molto successo sin dai primi giorni e avendo raccolto molti utenti, pensavamo di mantenere il servizio gratuito vendendo pubblicità contestuale alla ricezione di fax: non è andata proprio così, non si riusciva a raccogliere abbastanza con la pubblicità. Messagenet ha deciso di valorizzare il servizio Free-fax sviluppando una piattaforma che avrebbe venduto i nostri stessi servizi di messaggistica.

Abbiamo sviluppato un sistema di e-commerce particolarmente evoluto: dal sito web di presentazione, alla vendita on line, all’attivazione istantanea dei servizi, alla fatturazione e contabilizzazione automatizzata per poter gestire grandi quantità di utenti con la massima efficienza. Abbiamo inizialmente venduto l’invio di fax, con un nostro sistema di billing basato su credito prepagato, e poi la ricezione di fax. Abbiamo ampliato geograficamente il servizio: all’inizio è partito solo su Roma e Milano ma poi è stato esteso per avere numerazioni telefoniche per ricevere fax in tutta Italia. Nel 2003 avevamo numerazioni in tutta Italia e un sistema di billing prepagato molto ben rodato; ci è sembrato molto naturale non fare più solo il fax ma anche la voce. Abbiamo quindi fatto la scelta di lanciarci nel mercato del VoIP.

Tutto ciò grazie alla tecnologia che si è evoluta dandovi la possibilità di entrare in un nuovo mercato?

Sì esattamente, ci ha dato la possibilità di entrare su questo nuovo mercato. Noi d’altra parte avevamo le conoscenze e le strutture per farlo. Abbiamo così lanciato all’inizio del 2004 il nostro servizio VoIP (che inizialmente di chiamava Free Number) e abbiamo arricchito la nostra offerta con SMS e altri servizi.

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Che tipo di evoluzione c’è stata?

La prima evoluzione è stata sviluppare i nostri servizi multilingua e multipiattaforma; siamo partiti prima da un qualcosa che era semplicemente per pc o centralini, per poi permettere alla gente di utilizzare i nostri servizi sul web in quanto tale e sui terminali mobili. Noi crediamo molto nell’espansione sui terminali mobili ed è il motivo per cui abbiamo deciso di investire su un software come MessagenetTalk che è un software complesso da costruire ma facile da usare e che serve proprio per fruire dei nostri servizi in mobilità.

Abbiamo espanso, da un punto di vista di copertura internazionale, i nostri servizi. I numeri che avevamo inizialmente solo in Italia adesso sono ora disponibili su 20 nazioni. Siamo partiti da zero e oggi l’azienda conta circa 400.000 utenti registrati, il fatturato del 2010 è stato di poco più di 2.500.000 euro, l’azienda non ha debiti, siamo 14 dipendenti e l’azienda è in utile netto. Degli utenti registrati lo zoccolo duro è italiano ma cresce la quota di utenti internazionali.

Sono dei dati interessanti, ma è ancora un numero esiguo rispetto alla realtà italiana. Questo è dovuto al fatto che tecnologie come il VoIP non hanno avuto una grande diffusione tra le persone comuni?

Nì. VoIP è una parola che identifica una tecnologia. Tutti gli italiani usano il VoIP anche con Telecom e neppure se ne accorgono. Noi facciamo un VoIP completamente libero e sconnesso dal fornitore della linea fisica quindi diamo una credenziale che l’utente può utilizzare in qualsiasi modo, però deve avere o un computer o un telefono cellulare abbastanza evoluto, o un telefono IP. Se andiamo solo a vedere quante famiglie hanno internet broadband scopriamo che non sono il 100% quindi già solo questo va a togliere una fetta importante della popolazione, inoltre l’utente deve essere un qualcuno che ha comunque un certo grado di innovatività o dentro casa o nella propria impresa tale da indurlo a scegliere un servizio avanzato che è scorrelato rispetto al fornitore della linea fisica.

Qual è il vostro business model?

Abbiamo un proposta di business molto chiara: abbiamo alcuni servizi gratuiti ma altri che sono a pagamento. Facendo leva sull’offerta free ci facciamo conoscere e diamo comunque in mano all’utente un servizio che mantiene la sua promessa ed è pienamente fruibile, però se, per esempio, un utente vuole telefonare noi diamo un numero gratis per ricevere la telefonata ma se è lui stesso che vuole anche telefonare noi possiamo offrire la prova gratuita ma poi il servizio si paga.

Il circolo virtuoso di offrire un servizio free con un innesto di altri servizi a pagamento che permettono al cliente di avere qualcosa di più ci permette di farci conoscere.

Io credo che sia importante per l’utente poter provare il prodotto. Nel nostro caso specifico si tratta di un prodotto che di per sé non è facile e l’utente lo può provare senza nessun impegno, lo può configurare e saggiarne le peculiarità senza bisogno di pagarcelo e se poi è soddisfatto lo compra.

Parlando di concorrenti. Qual è lo scenario mondiale di questa nuova tecnologia?

Il mercato del VoIP su reti di computer è dominato da un importante attore internazionale che è Skype. Si tratta di un software che è avanzato e ben funzionante e che ha saputo conquistarsi milioni di utenti. L’unico problema che ha è che non è interoperabile. Interoperabilità significa che se tu hai un numero di telefono di rete mobile lo puoi passare da un operatore all’altro e se hai un numero rete fissa come quelli che distribuisce Messagenet lo puoi passare ad esempio a Telecom (o viceversa). Questo è un diritto che viene garantito ai consumatori oggi sui numeri che vengono distribuiti. Invece su Skype non si può fare. Non si può portare il proprio nickname skype su un telefono perché non è un numero ma un’identità. Non ho modo da un punto di vista tecnico di parlare direttamente con la rete di Skype come altro operatore. Noi abbiamo scritto a Skype chiedendo di poter interoperare con noi per consegnare le chiamate direttamente sui client degli utenti. Non abbiamo avuto risposta. Skype è stato acquisito da Microsoft e noi abbiamo scritto una lettera allle autorità europee competenti ad avallare il processo di acqusizione, spiegando che secondo noi c’è un rischio dovuto al fatto che Skype è dominante nel mercato del VoIP tra computer, e Microsoft viceversa è dominante nel mercato dei sistemi operativi, che si installano sui computer. Riteniamo che si stia andando a concentrare la dominanza di questi soggetti in un quadro di non interoperabilità. Noi ravvisiamo cioè un potenziale rischio di abuso.

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Avere le identità non interoperabili dà luogo ad un walled garden, o effetto rete: più gente hanno dentro la loro rete e più gente cade nella loro rete e tu come operatore esterno non puoi dialogare con questa rete.

Questo loro comportamento è lecito? Non c’è nessuna legge che obbliga all’interoperabilità?

Non è illecito di per sé. Si ha diritto di costituire un qualcosa che non interopera. Tuttavia per esempio in Italia se si vuole avere una numerazione di servizi di telefonia vocale nomadica è sancito l’obbligo di interoperabilità, e sono previsti protocolli e procedure standard per l’interoperabilità in tutta la regolazione mondiale di servizi di telecomunicazione. Skype però si pone come un qualcuno che fa un software e non altro. Questo lo può fare. La nostra visione è che in generale tutti ci guadagnano a lungo termine sia i consumatori sia gli operatori se gli standard di comunicazione sono aperti e le reti sottostanti sono neutrali. Il fatto che internet sia neutrale e che i servizi siano interoperabili garantisce il maggior beneficio possibile a tutti.

Internet non è sempre neutrale però diciamo che ancora c’è in questo momento una situazione abbastanza buona. Ma per fare un esempio di cosa non va, ci sono alcuni operatori di rete mobile che impediscono di utilizzare il VoIP – o contrattualmente o con tecniche effettive che ne impediscono di fatto l’utilizzo. Ci sono costanti minacce al modello di internet neutrale.

Un esempio per spiegare la neutralità: L’autostrada. Un’autostrada è una rete di trasmissione comune su cui viaggiano le automobili (esattamente come in rete viaggiano i dati) e ti fa pagare un pedaggio fisso, che al limite dipende dal peso ma non dipende da ciò che trasporti o da chi sei. Immaginiamo se il pedaggio fosse differenziato in base ai contenuti dei camion: sarebbe distorsivo per l’economia, consegnando al gestore dell’autostrada un potere enorme ed indebito! In epoca medioevale c’erano delle strade che collegavano varie città e delle locande che facevano da punti di ristoro e i prezzi dovevano essere uguali per tutti. E’ stato imposto per legge che questi soggetti non potessero discriminare in base ai clienti. Quindi non è un concetto nuovo ma un concetto consolidato: stupisce sia ancora messo in discussione.

Parliamo dello sviluppo di nuove applicazioni (tipo Viber) dal punto di vista della sicurezza e della privacy come siamo messi?

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Per riuscire ad indicare all’utente con chi può parlare gratuitamente è necessario venire a conoscenza della rubrica dell’utente per confrontarla con la nostra lista di utenti.

Dal punto di vista della sicurezza noi abbiamo una proposizione molto chiara nei confronti dell’utente. Gli spieghiamo tramite un popup, che appare nel momento in cui viene chiesto il consenso al trattamento dei dati, esattamente a cosa serve lo scarico della rubrica. E il motivo, ed il modo in cui usiamo questi dati è solo ed esclusivamente per permettere altri utenti collegati con la rete Messagenet di sapere se un utente è un utente raggiungibile gratuitamente oppure no su questa rete. In più la trasmissione della rubrica avviene in modo criptato tra i terminali mobili e i nostri server centrali. Inoltre l’Italia ha una delle leggi sulla privacy più stringenti di tutta Europa e noi forniamo una chiara informativa sulla privacy in linea con la legge italiana in cui spieghiamo che tipo di trattamenti dei dati facciamo, come li facciamo e perché.

La tua risposta mi conferma che se qualcuno non sia attenesse a queste pratiche, ci sarebbe un rischio?

Il rischio c’è nel momento in cui chi tratta il dato non ti dice come lo tratta o non te lo dice nei termini della legge, ma in Italia questo non è possibile.

Quali scenari futuri da qui a 10 anni ti immagini? Ci saranno nuove tecnologie che cambieranno tutto?

Sono un sognatore e mi piace pensare che ci sarà sempre qualcosa di dirompente che cambierà ancora tutto. Nella storia dell’umanità è sempre stato così, ciclicamente vengono fuori sempre cose nuove. Prendiamo per esempio cos’ha fatto Google nonostante fosse già chiaro che ci sarebbe stata una società dell’informazione con una enorme mole di dati a disposizione di tutti. Già 20 anni fa si poteva intuire questa cosa però Google nessuno l’aveva vista. E invece è un diventata un colosso enorme. La nuova Google potrebbe essere già là fuori.

Personalmente credo molto nel mobile (non solo nel senso di cellulari ma anche computer). E’ da poco, almeno nel mondo occidentale, che tutti gli umani vanno in giro con in tasca un computer che è perennemente connesso con tutti gli altri e mi aspetto che questa sarà comunque una fonte di grande cambiamento, anche se ovviamente non so prevedere in che termini.

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Andrea Galli è nato nel 1974 a Milano, dove tuttora vive e lavora. Mentre studiava per la laurea in Ingegneria delle Telecomunicazioni presso il Politecnico di Milano, ha lavorato come amministratore di sistema per il DIIAR (Dipartimento di Ingegneria Idraulica e Ambientale) dove ha collaborato alla cura del sito web del dipartimento ed dei sistemi di posta elettronica.

Ha partecipato attivamente, occupandosi principalmente di sicurezza, alla creazione di una delle prime aule informatizzate con accesso a Internet per il Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Milano, il Laboratorio di Calcolo e Multimedia.

La collaborazione di Galli con COMM2000 è iniziata nel 1992 con il suo lavoro sulla creazione di

applicazioni di messaggistica integrata che operassero con i mainframe. Nel 1995 ha sviluppato le infrastrutture ed i sistemi IP di Comm2000, consentendole di diventare uno dei primi operatori italiani ad entrare nel mercato degli ISP.

Dal 1995 al 2000, ha progettato e sviluppato la prima piattaforma italiana di messaggistica unificata

per sostenere la distribuzione e la ricezione di grandi volumi di fax, sms, telex comunicazioni ed e-mail via Internet. Nel 2000, insieme a Marco Fiorentino, Andrea Galli fonda Messagenet, di cui è rimane un partner e Amministratore Delegato.