Cisco e il service provider italiano Messagenet hanno richiesto l’intervento della Corte di Giustizia europea affinché la Commissione impedisca che la fusione tra Skype e Microsoft si traduca in un monopolio del mercato VoIP
La preoccupazione delle società che hanno chiesto l’intervento della Gisutizia europea è legata alla scarsa trasparenza in termini di interoperabilità che racchiude la nascita del nuovo assetto societario.
Come affermato da Marthin De Beer nel blog di Cisco, “Non abbiamo preso alla leggera questa azione. Noi rispettiamo la Commissione Europea, e il valore di Microsoft come cliente, fornitore, partner e concorrente. Cisco non si oppone alla fusione, ma ritiene che la Commissione europea avrebbe dovuto porre condizioni tali da garantire una maggiore interoperabilità basata su standard, per evitare a qualsiasi società di essere in grado di controllare il futuro della comunicazione video”.
Standard aperti, interoperabilità sono queste le questioni sollevate dinanzi alla Corte europea. In gioco vi è la possibilità da parte dei consumatori di poter disporre di un servizio di video chiamate universale, evitare che si creino barriere tecnologiche che impediscano di utilizzare servizi VoIP unicamente all’interno di una dimensione di piattaforme e dispositivi proprietari. Una sfida che viene rivolta a Microsoft e, implicitamente, a tutti gli operatori che oggi esercitano le proprie attività nel settore di riferimento.
La video comunicazione, spiega De Beer, è un settore in grande evoluzione che necessita di normative stringenti: “Nei prossimi tre anni vi saranno nel mondo tre miliardi di utenti internet e il traffico video generato sarà equivalente a 1 milione di minuti al secondo”. Ecco, quindi, la necessità di impostare una politica che si ponga come obiettivo la possibilità da parte di qualsiasi vendor di competere all’interno di un mercato che sia caratterizzato dalla più elevata standardizzazione e interoperabilità.
Secondo quanto denunciato da Cisco e Messagenet i piani di Microsoft prevedono che i servizi Skype siano integrati esclusivamente con la piattaforma proprietaria Lync Enterprise Communications Platform. Piani che non solo metterebbero a rischio la comunicazione tra prodotti Cisco e Microsoft/Skype, ma la comunicazione globale tra i futuribili servizi Microsoft e quanto offerto nell’ambito della video comunicazione da tutti gli operatori del settore.
Nell’ambito dei prodotti di collaboration, tra cui spiccano i sistemi di telepresence e videoconferenza, Cisco, nell’ultimo trimestre ha fatturato circa 1 miliardo di dollari, il 10% in più rispetto al precedente trimestre. La video comunicazione, considerata la progressione prevista nel corso dei prossimi anni, è diventata di fatto un elemento di assoluta strategicità e importanza per i piani di crescita futuri. Una condizione che spiega le preoccupazioni oggetto dell’esposto alla Giustizia europea, ma che rappresentano le evidenti contraddizioni contenute negli sviluppi della operazione Microsoft-Skype, contraddizioni che potrebbero causare un impatto negativo per tutti i consumatori che usufruiscono e continueranno a usufruire di servizi VoIP.