Opensource in azienda: quanta paura!

In azienda sentiamo spesso parlare di soluzioni “Opensource”, sistemi aperti o piattaforme libere; i termini si sovrappongono e si rincorrono, a volte correttamente, a volte generando anche qualche confusione. Perché un’azienda dovrebbe utilizzare software open source ? Quali sono i vantaggi reali e quali sono i rischi?

Vediamo di analizzare nel dettaglio i vari fattori che compongono questo mondo. Per quanto può riguardare il mondo IT “business” possiamo dividerlo in tre parti: le soluzioni Server, quelle Client e i Device.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Per quanto riguarda l’ultimo punto, è sotto gli occhi di tutti la crescita esponenziale delle soluzioni open in questi anni. Sono oramai migliaia i device e le periferiche che adottano questo tipo di soluzioni, dalla stampante con gestione remota via web server basata su schede linux embedded oppure ai NAS (Network Attached Storage) che gestiscono sistemi RAID multi disco e condivisioni “samba” compatibili con tutti i sistemi, per finire ai recenti telefoni cellulari che adottano Android, ma anche macchine fotografiche fino al navigatore che usiamo tutti i giorni in auto.

Per quanto riguarda le soluzioni Server, le soluzioni Open sono presenti da anni, sia per quanto riguarda il lato Storage che per quanto riguarda il lato Web/Database/ Datawarehouse o per i sistemi di BI; importante sottolineare che anche un big player come ad esempio IBM stanno sviluppando e migrando i loro prodotti di punta verso sistemi di questo tipo.

Le migliori soluzioni di Virtualizzazione “girano” spesso su questo tipo di piattaforme e più di recente si stanno sviluppando anche piattaforme “cloud” completamente Open.

Per quanto riguarda il lato client, qui viene il lato dolente.

Ad entrare in gioco è il fattore umano. La conoscenza scarsa, o spesso la pigrizia, tendono spesso ad avere un’idea sbagliata di cosa sia il mondo open e di come invece può contribuire a migliorare il nostro lavoro in termini di velocità, sicurezza e affidabilità.

Leggi anche:  IBM e Minsait creano un Centro di Eccellenza per l’AI generativa basato su IBM watsonx

Quando, discutendo, mi viene chiesto perchè al momento sono più i sistemi chiusi rispetto a quelli aperti rispondo spesso con questo paragone: per chi se lo ricorda, anni fa cominciarono a comparire le prime videocassette VHS e Betamax. Se il secondo nome non vi dice niente è perchè lo standard Betamax è letteralmente sparito. Betamax era uno standard nettamente superiore al VHS, e sebbene il primo standard derivi dal secondo, il Betamax è sparito perchè non ha saputo conquistare il mercato. Spesso non è lo standard migliore che vince, ma quello che riesce a conquistare il mercato.

Il motivo per cui quasi tutti noi utilizzano sistemi chiusi è perché sono già preinstallati nei computer che compriamo grazie ad accordi commerciali.

Effettivamente fino a poco tempo fa usare un sistema aperto era piuttosto macchinoso e richiedeva una certa dose di pazienza e tecnicità. Ma negli ultimi tempi molto è cambiato; grazie anche a distribuzioni come Ubuntu (preinstallato anche in parecchi Netbook) che hanno contribuito ad avvicinare molte persone a questo mondo. Le ultime versioni hanno un’usabilità ed una stabilità che ha convinto parecchie persone ad abbandonare per sempre il loro vecchio modo di lavorare e li ha spinti ad iniziare a divertirsi.

Per quanto riguarda il lato Azienda esiste un supporto a lungo termine, per cui anche gli amministratori di sistema non devono correre dietro agli aggiornamenti di versione.

La quasi totale assenza di virus e minacce di questo genere vanno a completare le caratteristiche di queste soluzioni. Se poi aggiungiamo che la tendenza futura a portare sempre di più applicazioni e dati sul cloud rendono praticamente indifferente la piattaforma d’uso, allora, perchè non passare a queste soluzioni?

Leggi anche:  Logistica integrata, l’AI ridisegna la supply chain

A cura di Antonio Savarese e Luca Perencin

—-

Luca Perencin – Clean Room Engineer at Kroll Ontrack, Ubuntu enthusiast, Free Software Visionary Spreade, classe 1970, crede che un mondo aperto sia un mondo migliore, coordina “GULLP”; un’associazione di utenti per la diffusione del Software Libero e della filosofia Open.