Nel convegno tenutosi presso Palazzo Clerici a Milano, organizzato in collaborazione da Accenture e da Agici, sono state analizzate le strategie messe in atto dalle utility dopo le grandi operazioni di M&A, compiute nel periodo antecedente il 2008, e sono stati confrontati i risultati attesi con quelli reali ottenuti, alla luce della recente crisi economica che ha colpito anche questo settore.
«Calo della domanda energetica, volatilità dei prezzi dell’energia e difficile ripresa dei mercati finanziari – ha spiegato Claudio Arcudi, managing partner di Accenture, responsabile del settore Utility Accenture Igem (Italia, Grecia, Europa dell’est, Russia e Medio Oriente) – sono solo alcuni degli elementi che oggi rendono centrale il tema delle utility nel mercato europeo».
Terminata la grande ondata di aggregazioni degli ultimi dieci anni, ha proseguito Arcudi durante la presentazione dello studio “Post M&A, performance in the European Utilities Sector”, molte società si trovano a dover gestire una complessa fase di transizione, nella quale riorganizzare il proprio business e decidere quale modello di gestione adottare al fine di massimizzare le sinergie ottenibili dalle operazioni di fusione compiute.
Andrea Gilardoni, presidente di Agici Finanza d’Impresa e docente dell’Università Bocconi, ha poi condotto una tavola rotonda con l’intervento di tre utility di primo piano a livello europeo, ossia la svizzera Alpiq, la francese GdF Suez e la spagnola Acciona che, a vario titolo, rappresentano al meglio alcuni casi reali.
Dall’analisi del mercato italiano, ha approfondito Arcudi, emerge una sostanziale tenuta per le multiutility che, grazie alla stabilità del settore idrico e dei rifiuti, hanno controbilanciato la volatilità del business energetico, con punte di eccellenza, come nel caso di Enel (www.enel.it) che in breve tempo ha saputo trasformarsi in operatore a livello mondiale e in termine di riferimento nel settore “green” (www.enelgreenpower.com).
«I massici investimenti che Enel sta facendo nelle rinnovabili – ha sottolineato Francesco Starace, Ceo di Enel Green Energy – ci vedono impegnati nei settori delle fonti verdi, divenuti sempre più strategici. Cerchiamo soluzioni innovative, spesso in partnership con altre società tecnologiche, puntando sullo sviluppo delle smart grid e contribuendo alla creazione di centri di ricerca all’avanguardia nel mondo».
L’oscillazione subita dai prezzi dei combustibili fossili, e di conseguenza anche dell’elettricità, ha portato in primo piano il tema della sicurezza degli approvvigionamenti e, al temine del convegno, ne abbiamo parlato con Arcudi.
«Le risorse finanziarie sono state destinate in parte allo sviluppo dei nuovi mercati con tassi di crescita ormai impensabili per l’Europa, quali Brasile, Cina e India – ha specificato il partner di Accenture -, ma una parte consistente è destinata agli investimenti nelle rinnovabili, un business ancora molto interessante per la politica europea di lungo periodo. Nel breve, però, la risposta è nel nucleare. Dopo anni di stallo, si sta riscoprendo l’importanza del nucleare per tendere a un mix meno dipendente dalle importazioni e per rendere più stabili i prezzi».