L’autorità statunitense ha bloccato la possibilità di brevettare le sequenze genetiche umane. A trarre maggior vantaggio dalla decisione è la ricerca medica
Dopo l’Europa, anche gli Stati Uniti hanno confermato ufficialmente il divieto da parte delle aziende di brevettare il DNA umano in quanto “naturale e non prodotto dall’uomo”. La decisione è stata presa all’unanimità dai 9 membri della Corte Suprema statunitense, il massimo organo giudiziario del Paese.
Il caso Myriad Genetics
La discussione è partita dal caso di Myriad Genetics, un’azienda specializzata nella diagnosi molecolare delle malattie. La società di Salt Lake City aveva depositato due brevetti per i geni scoperti negli Anni 90 BRCA1 e BRCA2, ritenuti responsabili del tumore al seno e alle ovaie.
Molte altre aziende avevano visto nei patent sul DNA una cospicua fonte di guadagno. E’ il caso dei cosiddetti organismi chimera, ossia esseri viventi prodotti in laboratorio e non presenti in natura. Alcuni avevano addirittura pensato che le aziende avrebbero potuto utilizzare il genoma umano sequenziato per violare la privacy dei cittadini.
Un aiuto alla ricerca
La decisione presa dalla Corte Suprema è una grande vittoria per i pazienti e la ricerca medica perché, come ha sottolineato il genetista Paolo Vezzoni del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), “i brevetti rendono più difficile accedere alle cure perché impediscono l’accesso alle informazioni”.