Una schermata fake minaccia gli utenti Facebook

Facebook è ancora fucina per le teorie del complotto

Gli hacker utilizzano un famigerato Trojan per far visualizzare il messaggio fuorviante su Facebook, nel tentativo di infettare gli smartphone con il malware Android iBanking, che intercetta chiamate, SMS e conversazioni effettuate in prossimità del cellulare. A lanciare l’allarme i ricercatori di ESET NOD32

Un nuovo pericolo insidia il popolo di Facebook e minaccia i conti correnti bancari, attraverso un attacco agli smartphone Android. A scoprirlo gli esperti internazionali per la sicurezza digitale di ESET NOD32, che hanno lanciato l’allarme su una schermata fake che potrebbe apparire in fase di accesso a Facebook, chiedendo di inserire per fittizi motivi di sicurezza il proprio numero di cellulare a scopo identificativo.

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Il messaggio non è generato da Facebook. Gli hacker utilizzano un famigerato Trojan chiamato Win32/Qadars per far visualizzare il messaggio fuorviante su Facebook, nel tentativo di infettare gli smartphone con il malware Android iBanking (già rilevato dai ricercatori di ESET come Android/Spy.Agent.AF). Così facendo gli hacker possono ascoltare le chiamate dagli smartphone Android, intercettare gli SMS e tutte le conversazioni effettuate in prossimità del telefono, carpendo potenzialmente anche i dati bancari dell’utente.

Il malware Win32/Qadars viene utilizzato per iniettare il messaggio nel browser tramite JavaScript, facendolo apparire, a tutti gli effetti, come un messaggio mostrato da Facebook. Se si commette l’errore di inserire il numero di cellulare, sarà richiesto di scaricare un’app per smartphone Android. L’applicazione è ospitata da un sito diverso dall’ufficiale e più attendibile Google Play Store. In questo caso potrebbe essere necessario modificare le impostazioni di Android per consentire l’installazione.

In effetti – secondo i ricercatori ESET – bisogna domandarsi: se Facebook sta lanciando una nuova funzionalità di sicurezza, che chiede a sua volta l’installazione di una nuova applicazione su telefono Android, non dovrebbe utilizzare il normale App Store Android per distribuirlo? La verità è naturalmente che si sta cercando di ingannare l’utente per spingerlo ad installare il Trojan Android iBanking sul proprio smartphone.

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Una volta installato, il Trojan è in grado di spiare le comunicazioni dell’utente, comprese le chiamate vocali e i messaggi SMS, accedere alle liste dei contatti e ai registri delle chiamate, registrare l’audio catturato dal microfono del dispositivo Android in qualsiasi momento e individuare le sue coordinate GPS.

In passato Android iBanking è stato utilizzato per aggirare i sistemi di autenticazione a due fattori intercettando gli mTAN, numeri di autorizzazione di transazioni mobili, inviati via SMS da molte banche on-line e dai social network Google+, Twitter e Facebook.

Riconoscendo come i metodi di autenticazione a due fattori siano sempre più utilizzati da servizi Web, bancari e non, negli ultimi tempi i cybercriminali hanno cominciato a perfezionare ulteriormente le tecniche per tentare di aggirarli.

Sebbene il malware possa essere usato per rubare i token di autenticazione a due fattori su una varietà di siti web, tra cui i social network, sembra probabile – sempre secondo i ricercatori ESET – che per ancora un po’ di tempo i principali bersagli saranno i conti bancari online.