Ue: blocco dei siti pirata lecito se non si ledono i diritti degli utenti

La Corte di Giustizia Ue ha stabilito che il blocco dei siti pirata è lecito quando è tutelato il diritto d’impresa del provider e sono resi inaccessibili solo i contenuti diffusi illegalmente

Capita spesso che siti pirata che diffondono contenuti coperti da copyright vengano resi inacessibili dalle autorià. Recentemente in Italia sono stati bloccati 46 portali di questo tipo. Il provvedimento è stato poi revocato perché impediva agli utenti di fruire dei file immagazzinati legalmente. Fino a quando è lecito bloccare un servizio quando viola il copyright? La risposta definitiva è arrivata dalla Corte di Giustizia Europea.

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Il caso

In Austria le case cinematografiche Constantin Film Verleih e Wega avevano chiesto al provider austriaco UPC Telekabel Wien di bloccare il sito Kinox.to poiché diffondeva illegalmente contenuti coperti da copyright. Il caso è arrivato fino alla più alta corte dell’Ue, che recentemente ha deliberato che l’attività di linking non viola il diritto d’autore in determinate situazioni. L’organo giudiziario europeo ha confermato le sue indicazioni preliminari e ha sentenziato che il blocco del sito Kinox.to non era opportuno. Inoltre, sono state stabilite nuove regole per questo tipo di sanzioni.

I diritti degli utenti e la libertà d’impresa vanno tutelati

Innanzitutto la Corte di Giustizia Europea ha affermato che un provider non può essere obbligato a sostenere costi significativi per l’attività di blocco di siti pirata. In questo modo viene tutelata la sua libertà d’impresa. Questo punto in particolare era uno dei più discussi fra le norme contenute nel nuovo regolamento AGCOM.

Inoltre, la corte Ue ha ribadito che l’accesso deve essere negato solo ai contenuti pirata. “I diritti fondamentali in parola non ostino ad una tale ingiunzione, alla duplice condizione che le misure adottate dal fornitore di accesso non privino inutilmente gli utenti di internet della possibilità di accedere in modo lecito alle informazioni disponibili”, si legge nella sentenza.

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