Libertà del web non vuol dire anarchia e finalmente Twitter lo ha capito
Nel mese di gennaio un ordine del tribunale di Parigi obbligava alla sezione francese di consegnare i dati degli utenti che lasciavano post razzisti sulla piattaforma. Dopo un tira e molla Twitter decise di collaborare, se non altro per il bene dei suoi iscritti.
Le barzellette su Le Monde
Il caso risale all’ottobre scorso quando Le Monde pubblicò una raccolta di barzellette antisemite su Twitter con il tag #UnBonJuif (un buon ebreo). Prima e dopo un’altra serie di tag associati ad espressioni di odio razziale hanno fatto il giro del mondo causando non pochi dubbi sull’effettiva libertà della rete.
Collaborare solo in certi casi
Twitter, che è ben noto per la sua resistenza a consegnare informazioni sui suoi utenti, ha combattuto l’ordine del tribunale francese per un bel po’ sulla base del fatto che, in quanto azienda statunitense, si basa sulla libertà di parola a stelle e strisce e non transalpina. Tuttavia in mezza Europa i messaggi di incitamento all’odio sono vietati e l’enigma sul fatto che anche Twitter dovesse rispettare le leggi nazionali ha portato il social network ad annunciare, nel gennaio 2013, che avrebbe bloccato i tweet i cui contenuti sarebbero stati considerati offensivi.
Fuori dal Prisma
In pratica Twitter ha scelto di collaborare con le forze dell’ordine ma solo in reali casi di necessità. Viste le ultime vicende su PRISM, il social network, tra i pochi a non essere tra i partner della NSA, ha rafforzato maggiormente la sua immagine, potendosi permettere di dettare le regole della privacy e di non sottostare a influenze e “suggerimenti” esterni.