Durante l’insediamento del Governo Letta, la piazza antistante Palazzo Chigi diventa teatro di una sparatoria che lascia due Carabinieri gravemente feriti. L’attentatore, tale Luigi Preiti, sembra aver compiuto il gesto preda della disperazione. Le reazioni su Twitter.
Dopo una travagliata elezione presidenziale, che ha lasciato disastrato il Partito Democratico, sotto l’alto patrocinio del Presidente Giorgio Napolitano, al suo secondo mandato, Enrico Letta sta giurando insieme con Ministri appartenenti anche al PDL, ai Montiani e ai Radicali.
Fuori, sulla piazza, esplodono dei colpi di pistola.
Due Carabinieri restano a terra gravissimi. Il primo colpito al collo, il secondo alle gambe.
L’attentatore viene subito arrestato.
La notizia subito esplode su Twitter.
E’ come assistere a un puzzle che lentamente si compone. Un puzzle fatto di foto del luogo dell’attentato, del ghigno allucinato dell’attentatore, di nomi delle vittime Giuseppe Giangrande e Francesco Negri, del nome dell’attentatore Luigi Preiti, di accuse, di malattie mentali prima date per acclarate poi smentite, di prese di distanza, di enfasi sulle origini calabresi dell’attentatore, di illazioni sul coinvolgimento delle ‘Ndrine, di drammi da abbandono coniugale, di accuse nemmeno velate alle responsabilità derivanti dalla violenza verbale del Movimento Cinque Stelle, di complotti stile “strategia della tensione reloaded“, di debiti al videopoker, di moventi politici, criminali, folli, suicidi…
Un puzzle che alla fine restituisce un quadro d’insieme folle e incoerente come il sorriso di Preiti all’atto dell’arresto.
Un fenomeno che desta una certa preoccupazione è il fatto che a fianco delle fisiologiche spacconate digitali, da più parti scorrendo la timeline emergono vere e proprie apologie di reato in favore dell’attentatore, colpevole solo di aver sbagliato il bersaglio: i Carabinieri, mentre andavano colpiti i politici. E’ un fenomeno preoccupante, perché manifesta una rabbia, che dalle suggestioni violente, sta passando ad una vera e propria mistica della violenza, come gesto di “soluzione finale” dei problemi.
Altra cosa veramente desolante sono gli scambi di accuse reciproche tra le diverse “tifoserie politiche” (elevarle al rango di fazioni sarebbe troppo generoso). Si assiste a una lunga gara a rivangare i gesti offensivi di sovente prodotti dai leader di Centrodestra (Gasparri, Santanchè e Bossi su tutti), le dichiarazioni simil guerra civile di Beppe Grillo, i vent’anni di antiberlusconismo che il Centrosinistra ha trasformato in una sorta di Götterdämmerung.
In questo vociare affannato, particolare eco hanno le parole del Presidente della Camera, Laura Boldrini, e del Leader Movimento 5 Stelle.
La prima con pochi tweet personali sa esprimere con grande umanità una varietà di considerazioni molto intense e condivisibili sulla vicenda:
#Sparatoria La violenza non deve e non può mai essere considerata tra le opzioni da percorrere per risolvere i problemi
Esprimo vicinanza e solidarietà alla donna e ai due Carabinieri feriti oltre che all’Arma dopo la #sparatoria davanti a #PalazzoChigi
Provo sgomento per carabinieri feriti a #PalazzoChigi: non è giusto che corrano rischi così grandi per la sicurezza di tutti
Chi ha sparato a #PalazzoChigi era disperato per perdita di lavoro. Urge dare risposte perché la crisi trasforma vittime in carnefici
#PalazzoChigi Bisogna stare vicini alla famiglia Giangrande e alla giovane figlia del brigadiere che solo 2 mesi fa ha perso la mamma.
#PalazzoChigi Mi auguro che si possa dare un segnale forte, che quando succede qualcosa ad un servitore dello Stato, lo Stato c’è.
Beppe Grillo, invece tramite un tweet e un breve post sul suo blog prende le distanze da ogni forma di esaltazione della violenza.
#sparatoria Piena solidarietà alle forze dell’ordine e speriamo che sia un episodio isolato e rimanga tale
C’è stato un attentato ai carabinieri davanti a Palazzo Chigi. Vorrei innanzitutto manifestare la mia solidarietà ai carabinieri, alle forze dell’ordine e ai parenti del carabiniere ferito gravemente. Ci discostiamo da questa onda che spero finisca lì perchè il nostro MoVimento non è assolutamente violento. Noi raccogliamo firme ai banchetti, facciamo referendum e leggi popolari. Piena solidarietà alle forze dell’ordine e speriamo che sia un episodio isolato e rimanga tale. (Solidarietà ai carabinieri)
E alla fine della giornata restano una marea di dubbi, un carabiniere che lotta per la vita, un Governo nato in una giornata terribile, un Paese che deve interrogarsi sulla necessità in frangenti così drammatici di abbandonare ogni forma di esaltazione della violenza.
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