Twitter aiuta davvero a prevenire l’HIV?

Secondo una ricerca intitolata “Methods of using real-time social media technologies for detection and remote monitoring of HIV outcomes ”, pubblicata sulla rivista Preventive Medicine, ci sarebbe una correlazione significativa tra i tweet che riferiscono comportamenti a rischio e la segnalazione di casi di infezione di Hiv registrati sul territorio americano, tramite un sistema di geolocalizzazione dei cinguettii

La potenza mediatica di Twitter avrebbe quindi un’importante ricaduta sulla prevenzione della diffusione del virus. Lo studio, opera dei ricercatori dell’Università della California Los Angeles (Ucla) e di Virginia Tech, si basa su 550 milioni di tweet pubblicati fra maggio e dicembre del 2012; il campione di tweet è stato poi filtrato in base ai contenuti, per isolare quelli che riportavano espressioni legate ad attività sessuali o all’uso di droghe – considerati comportamenti a rischio per la contrazione dell’Hiv. Il campione finale comprende 9.880 tweet, di cui 8.538 a sfondo sessuale e 1.342 riferiti all’uso di sostanze stupefacenti.  

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C’è davvero un nesso dimostrabile?

Se fosse certa questa correlazione messa in luce dallo studio, si potrebbe considerare Twitter come una sorta di oracolo, in grado di predire focolai di diffusione della malattia.

Tuttavia balzano agli occhi un paio di incongruenze, che portano ad essere cauti nel considerare le conclusioni a cui vorrebbe approdare questa ricerca.

Innanzitutto va considerato il fatto che  non tutta la popolazione usa il social network, quindi la parzialità dei risultati appare ovvia.

In secondo luogo, non è detto che mettere in relazione due sequenze di dati compatibili geograficamente confermi una sicura relazione tra di loro: mettere in relazione due variabili non significa per forza che esista un rapporto diretto di causa ed effetto fra di esse, ma è possibile che intervengano altri fattori a determinarle.

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Ma le maggiori perplessità emergono dall’uso di dati riferiti a due periodi differenti: i tweet sono stati raccolti nel 2012, i dati sulla diffusione dell’Hiv sono del 2009.

E mentre ci si interroga sul senso di questo confronto, gli studiosi affermano che “è stato pensato per sollecitare ricerche future che indaghino il rapporto costi-benefici di questo tipo di approccio e perfezionino i metodi di utilizzo dei dati provenienti dal social networking per l’individuazione e la prevenzione dell’Hiv”.