E’ partita l’avventura del nuovo algoritmo di Google in grado di avvicinarci alla ricerca semantica
Google ha ufficialmente lanciato un nuovo algoritmo di ricerca. Ha vagato per quasi un mese sul web senza che nessuno di noi se ne accorgesse. Ha imparato i nostri usi e costumi, i termini più ricercati, i risultati più cliccati ed è finalmente pronto a lavorare sul serio. L’algoritmo, chiamato Hummingbird (Colibrì), riformulerà in maniera più “umana” le informazioni sulle pagine di ricerca, restituendo una serie di dati che si avvicinano molto di più al pensiero umano e alle innumerevoli domande che vengono poste ogni giorno.
Cosa cambia con Hummingbird
Google, come del resto gli altri motori di ricerca, evidenziano per primi i risultati che pensano possano essere i migliori. Con il passare del tempo e con la crescita delle informazioni personali presenti su internet, il futuro dei motori di ricerca è quello di anticipare le richieste degli utenti e di fornire una più vasta categoria di informazioni a ciò che chiedono. Un esempio è la ricerca di un volo per Parigi e la visualizzazione di link che offrono anche hotel, ingressi a Disneyland o alla Torre Effeil. L’obiettivo è migliorare tutto questo avvicinandosi alla ricerca semantica.
Collaborazione tra algoritmi
L’arrivo del Colibrì non vuol dire che il precedente PageRank sia morto. Anzi quest’ultimo fa parte delle oltre 200 caratteristiche che popolano il nuovo Hummingbird che utilizza PageRank proprio per capire quanto siano importanti i collegamenti all’interno di una pagina e li confronta con altri fattori come la qualità della pagina e le parole utilizzate in essa. Si tratta del più grande cambiamento dai tempi dell’aggiornamento “Caffeine” avvenuto nel 2010. Quelli seguenti, da Panda a Penguin, sono certamente importanti ma non un’intera sostituzione del precedente.