La decisione di Erdogan è “contraria ai principi dello stato di diritto”. Ora è crisi social
Qualche giorno fa il governo turco aveva avviato le procedure per bloccare l’accesso a Twitter per i residenti del paese. Dopo le critiche giunte da ogni parte del pianeta, la Corte amministrativa di Ankara ha ordinato la sospensione del blocco, nell’attesa che il premier prenda una decisione su come proseguire. Si tratta di un vero e proprio colpo di scena che arriva a soli quattro giorni dalle elezioni amministrative in Turchia che, a partire da domenica, decideranno se sarà Erdogan a proseguire l’avventura nazionale o un nuovo successore.
Boomerang Twitter
Il blocco di Twitter era stato deciso per fermare sul nascere possibili proteste contro il premier che non vive di certo un momento favorevole a causa delle polemiche in cui è coinvolto e che riguardano casi poco chiari di appalti edilizi. Una nuova ondata di rivelazioni sarebbe dietro l’angolo con Erdogan pronto ad otturare i rubinetti del microblog. Eppure il blocco di Twitter è diventato un boomerang. Considerato “contrario ai principi dello stato di diritto” dalla Corte amministrativa di Ankara, invece che censurare i messaggi anti-governativi sta diventando un caso internazionale che non risolleva di certo le sorti del premier uscente.