Il Presidente Abdullah Gul ha detto si alle modifiche della legge sul web turco attirandosi le ire di oppositori interni e stranieri
Nonostante potesse porre il suo veto, Abdullah Gil, presidente turco, ha autorizzato ieri sera la promulgazione di una nuova legge che regolamenta internet in Turchia. La legge da al Ministero delle Comunicazioni la possibilità di bloccare siti web solo dopo aver ricevuto il via libera da un tribunale, in mancanza del quale, entro 24 ore, la richiesta verrà considerata nulla. Seppur possa sembrare più “democratica”, la modifica della legge approvata in Turchia, per gli oppositori, va ad aumentare il legame tra magistratura e presidente. I due soggetti infatti dovranno lavorare di concerto per portare avanti le richieste di censura di siti web o di voci fuori dal coro: il risultato sarà di aver rafforzato l’organo di controllo con una nuova componente giudiziaria ma tenendo da parte il governo.
Governo contro magistratura
Non a casa la legge è arrivata in tempo per le elezioni presidenziali di agosto. Da qui a quel periodo, sul web potrebbero nascere dissensi e focolai di oppositori. Con la legge, il presidente turco (e il suo partito) avrebbero tra le mani l’arma migliore per chiudere la bocca ai dissidenti, avendo dalla loro il potere della magistratura a cui non ci si potrebbe (almeno in teoria) opporre. Dalla sua, il partito maggioritario al governo, quello di Erdogan, (opposto a quello di Gul) grida al “golpe giudiziario” con la paura che, almeno per il web, venga ridotto il potere del governo e aumentato quello dei giudici.