Torna Napster, ma non è più lo stesso

Disponibile su computer, smartphone e tablet, l’antenato delle reti p2p diventa un servizio di streaming. A pagamento

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Se c’è un precursore della folta schiera di siti che permettono di scaricare file multimediali protetti da copyright gratuitamente, questo è Napster. La piattaforma fu il primo sistema di peer-to-peer di massa e divenne disponibile nell’estate del 1999. Visse solo due anni, visto che nel luglio 2001 un giudice ordinò ai server di chiudere l’attività a causa della ripetuta violazione di copyright.

Napster abbraccia lo streaming

Nel 2011 Napster venne acquistata dalla Rhapsody, azienda che oggi lancia il nuovo servizio in vari paesi europei tra cui l’Italia. Non si tratta più di una rete di scambio file, ma di una piattaforma di streaming musicale che vanta nel suo catalogo già 20 milioni di canzoni. Il servizio è ora disponibile in Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera e Paesi Bassi. La piattaforma internazionale era già attiva nel Regno Unito e in Germania, così come negli Stati Uniti dove è conosciuta solo come Rhapsody.

Su Pc come su iPhone

Simile a Deezer e Spotify, per 9,95 euro al mese (dopo un periodo di prova di 30 giorni), gli utenti hanno accesso illimitato, via web e mobile, per lo streaming di musica sia online che offline. Naspter è già disponibile per iPhone, iPad, iPod Touch, smartphone e tablet Android. “Il nostro obiettivo è quello di fornire agli appassionati di musica il modo più flessibile e personale per scoprire brani sia grazie agli ultimi successi delle star internazionali che agli ultimi album di artisti locali emergenti” – ha detto Jon Irwin, presidente di Rhapsody International. 

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