Ho fatto BING

Intervista a Lorenzo Thione, colui che nel 2008 ha ceduto la sua società a Microsoft costituendo il cuore del suo nuovo motore di ricerca Bing. “L’imprenditore è una persona attratta irrazionalmente dal rischio, un po’ come un giocatore di poker che ha sempre il brivido dietro la schiena perché sa benissimo che può tanto vincere e tanto perdere. In Italia purtroppo non si scommette sulle idee ”

Non è la voce gracchiante che sento tramite Skype ma sono le cose che mi racconta Lorenzo e la semplicità con cui ne parla che mi fanno percepire quanta distanza ci sia ancora tra l’Italia e gli Stati Uniti. Una distanza non solo geografica ma soprattutto culturale. Lì davvero se hai un’idea e le competenze per portarla avanti puoi riuscire ed avere successo, viva il sogno americano.

Lorenzo Thione rappresenta un esempio dell’eccellenza italiana, che ha saputo imporsi in America; si è trasferito negli States ad Austin quando aveva 21 anni per completare gli studi alla University of Texas, dove ha trovato la fortuna, non quella che inseguono gli italiani con gratta e vinci e supernalotto ma piuttosto la fortuna di trovare un ecosistema fertile dove poter coltivare le proprie idee e provare a realizzarle.

Nel 2008 ha ceduto la sua società Powerset a Microsoft costituendo il cuore del suo nuovo motore di ricerca Bing. Lorenzo non è tornato più indietro.

A Lui ho fatto alcune domande:

Qual è la storia di Bing?

L’idea e la convinzione di poter migliorare la ricerca sul web è stata la scintilla che ha dato vita all’idea imprenditoriale. Bisogna fare una premessa, la mia storia imprenditoriale è legata alla nascita di Powerset nel 2005 che e’ avvenuta tramite un incontro con il mio socio Barney Pell.

La società aveva come obiettivo quello di realizzare un motore di ricerca innovativo basato sulla comprensione del linguaggio naturale. Durante il periodo in cui ero ricercatore presso la Fuji/Xerox in Palo Alto lavoravo su applicazioni avanzate di document management e studiavo l’applicazione della semantica ai motori di ricerca.

La scintilla è stata l’idea di applicare questa tecnologia per indicizzare i documenti in modo da non tenere in considerazione solo le parole, la loro frequenza, la loro rilevanza cosi come faceva già Google ma piuttosto studiare le parole per verificare come si combinano tra loro per formare predicati e relazioni con il fine di produrre come risultato della ricerca documenti più rilevanti per l’utente.

Il mio socio Barney all’epoca stava terminando un periodo come Imprenditore in Residenza presso un rinomato Venture Capital della Silicon Valley, il Mayfield Fund, ed era convinto che il tempo fosse maturo per un’innovazione che potesse sbilanciare l’equilibrio tecnologico nell’ambito dei motori di ricerca. Fu proprio quando ebbe l’occasione di vedere il prototipo al quale avevo lavorato che decidemmo insieme di lanciare Powerset.

Dopo, con l’aggiunta di un terzo socio, Steve Newcomb iniziò un lungo processo per acquisire le licenze, mettere insieme una squadra vincente di esperti in motori di ricerca e in comprensione automatica del linguaggio naturale, e soprattutto per la raccolta di fondi da venture capital ed altri imprenditori. E’ stato un processo emozionante, ma anche molto laborioso, che ha dato vita a Powerset.

Dopo un po’ nel 2007 avevamo la tecnologia ma non i capitali necessari per applicare la tecnologia al mondo web che per le sue dimensioni era difficilmente scalabile, pertanto eravamo ad un bivio o cercare altri investitori o cedere la società , in quel momento è arrivata l’offerta di Microsoft che credendo nel progetto ha deciso di puntare su di noi per sviluppare il suo motore di ricerca. Ciò ha permesso alla nostra tecnologia di avere un impatto maggiore su più persone e di iniziare a competere con Google.

Quando siete partiti quanto era ricerca e sviluppo e quanto già l’idea di fare business?

La cosa è andata così, quando ho finito l’università ho iniziato a lavorare come ricercatore industriale cercando di sviluppare applicazioni a di uso commerciale, in maniera abbastanza casuale ho incontrato il mio futuro socio che pur avendo un background tecnico in quel momento stava cercando un partner tecnico con cui fondare una startup nell’ambito della ricerca semantica.


La situazione era la seguente vi era molta soddisfazione di alcuni utenti relativamente all’uso dei motori di ricerca se parliamo del’uso navigazionale ovvero digito due o tre parole con l’obiettivo di trovare il sito che mi occorre ad es.”Toyota USA” con l’obiettivo di essere indirizzati sul sito di Toyota in America.

In realtà esistono altre due tipologie la prima è quella transazionale ovvero fai alcune ricerche finalizzate a svolgere una transazione ad es. “acquistare una macchina o fare una prenotazione al ristorante etc..” in questo caso queste query possono essere migliorate ponendole in un certo modo ed utilizzando un motore semantico che permetterebbe ad esempio di analizzare i contenuti della prima pagina di risultati evidenziando quelli che effettivamente rispondono meglio alla tua esigenza.

Una terza tipologia è quella referenziale dove l’utente vuole come risposta alla sua domanda un set di informazioni ad es. “ quali danni ci sono stati nel terremoto di Haiti “ oppure quando non vi è una risposta precisa ad es. l’utente deve svolgere un tema sulle cause della prima guerra mondiale. Questo tipo di domande erano quelle a cui più difficilmente i motori di ricerca davano una risposta. Questo segmento è diventato il nostro focus in quanto l’algoritmo semantico riesce meglio ad interpretare i desiderata degli utenti.

Volevamo costruire un motore di ricerca piu’ efficace tramite una comprensione migliore, sia delle parole inserite dall’utente che di quelle usate dall’autore di un documento che viene ‘letto’ ed indicizzato. Il termine ‘ricerca semantica’ viene utilizzato per indicare una ricerca che e’ in grado di fare una connessione adeguata fra il significato del testo di un documento e il significato della ricerca digitata da un utente. I motori tradizionali si fermano alla superficie, connettendo parole e parole. I motori semantici cercano invece di connettere il livello del significato e non solo le parole.

In sintesi possiamo dire che c’era sia un bisogno da soddisfare che allo stesso tempo un’opportunità di business in quanto il mercato era pronto a finanziare startup altamente tecnologiche.

Perché Google che era nella posizione di Leader del mercato ed aveva i soldi non ha investito in questo settore?


Google ha sempre migliorato il suo algoritmo ma non in questa direzione, la domanda è legittima e ci sono diverse risposte possibili. La prima è che storicamente in Google non c’era una tradizione di ricerca in ambito semantico ed in più non vi erano prove sull’effettivo ritorno dell’investimento. Da un altro punto di vista era molto complicato indicizzare tutti i documenti con un algoritmo semantico e ciò avrebbe comportato un esborso in termini di tempo e di capacità macchina molto elevato. Per noi che invece eravamo un follower l’unica strategia possibile era puntare sulla tecnologia mentre invece google da leader aveva molto più difficoltà a variare i suoi sistemi, dovendo spendere molto denaro solo per mantenere la loro fetta di mercato.

Inoltre il nostro algoritmo era il risultato di una ricerca trentennale che nessuno aveva mai pensato di utilizzare in quest’ambito.

Perché la creatività e la competenza degli italiani riescono ad emergere solo lontano dall’Italia?


Alla fine è solo una questione di finanziamenti e di ecosistema; qui i ragazzi di 21/22 anni escono da Stanford con un’idea e si mettono a cercare un’altra persona che possa aiutarli a realizzare quell’idea, se l’idea è buona ed il team è buono hanno migliaia di occasioni per incontrare venture capitalist o avere un appuntamento con società importante per presentare quell’idea ed ottenere milioni di dollari di finanziamento. Ovviamente il rischio d’impresa è molto alto, questo rischio se lo prendono gli investitori in cambio di una quota della società. Questo tipo di cultura è ancora assente in Italia.

In Italia c’è ancora la cultura del posto fisso, qui invece nascono centinaia di startup al giorno, perché le persone hanno la voglia di mettersi in gioco, alcune muoiono, altre diventano big company.

L’imprenditore è una persona attratta irrazionalmente dal rischio, un po’ come un giocatore di poker che ha sempre il brivido dietro la schiena perché sa benissimo che può tanto vincere e tanto perdere, in Italia purtroppo non si scommette sulle idee.

Quali sono le tecnologie su cui punteresti, qual è il futuro dell’IT?

Ci sono diversi trend , quello più interessante e che ha più possibilità di crescere è relativo alla connessione tra le informazioni ed i servizi e l’utente finale. Oggi abbiamo la possibilità di sapere in ogni momento dove è il consumatore e cosa sta facendo. Siamo ancora all’inizio di questo fenomeno e non ci sono ancora applicazioni in grado di sfruttare completamente l’interazione tra le informazioni e i servizi che si potrebbero offrire. La percentuale di crescita e la possibilità di creare valore è enorme. Alcune società che stanno lavorando bene in questo settore sono FB, Twitter,Yelp.

Quale sarà, il futuro dei motori di ricerca?

I motori di ricerca sono in piena evoluzione e questo e’ un ambito tecnologico che e’ estremamente immaturo. Ci sono almeno tre direzioni nelle quali convergera’ questa evoluzione: la prima e’ relativa alla qualita’ dei risultati. Meno risultati, meglio organizzati, più precisamente correlati all’intenzione dell’utente. Questo significa che motori di ricerca continueranno a fare un lavoro migliore nell’analizzare l’intenzione dell’utente e nel connettere utente ed informazione in maniera piu’ precisa ed efficace. In secondo luogo, i motori di ricerca saranno in grado in maniera sempre maggiore di facilitare l’utente nel fare cio’ che l’utente vuole.

Questo va al di la’ del semplice indirizzare un utente ad una pagina web che contiente l’informazione cercat;praticamente i motori di ricerca cominceranno a reintrodurre il concetto di portale, una specie di pannello di controllo dal quale potremo organizzare le nostre attivita’ e vite online piu’ efficacemente. Infine, i motori di ricerca introdurranno dei modelli di profitto radicalmente nuovi e differenti dal passato, che permetteranno di creare nuovo valore economico, apportando un miglioramento del modello odierno di ricavo basato sul click pubblicitario.

Bing ha innovato in questa direzione, con l’introduzione di Bing Cashback, una caratteristica di Bing che permette agli utenti che vogliono fare acquisti su Internet di ottenere percentuali sostanziali di sconto (nella forma di rimborso), se acquistano il prodotto desiderato cominciando la loro ricerca da Bing. Il futuro dei motori di ricerca ha enorme territorio vergine da esplorare quando si parla di innovazione del business model.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?


Non c’è dubbio che farò qualcos’altro…ma ora è presto per svelarlo.

Rimarrai nel settore della tecnologia?

So benissimo quello che voglio fare o meglio almeno l’ambito, che comunque sarà quello tecnologico anche se allo stesso tempo sto investendo anche in altri settori ad esempio producendo teatro.
 Lorenzo Thione is the co-founder of Powerset, Inc., an innovative search startup founded in 2005, with the vision of bringing to consumers a more natural and effective type of Internet search than conventional keyword search. Funded by notable Silicon Valley VCs and angel investors, Powerset was acquired by Microsoft Corp. in 2008 to complement and innovate its own search technology and offering.
Currently, he is a Principal Program Manager in charge of the Powerset division of Bing, Microsoft’s innovative “Decision Engine”. In addition he’s an investor and advisor to Dolores Labs, an exciting and
energetic San Francisco startup building a scalable platform for human-based computing and crowdsourcing, Crowdflower. In addition to his Internet-tech endeavors, Lorenzo is a theater producer currently busy in bringing several new works to the Broadway stage, including the upcoming Green Day musical, American Idiot. His latest project, Jay Kuo’s original musical Allegiance, starring George Takei and Lea Salonga, follows the story of a Japanese American family during the years of the WWII Japanese American internment, and is currently aiming for a 2012 Broadway debut. He is a founding board member of
StartOut (www.startout.org), a non-profit organization dedicated to fostering and developing entrepreneurship within the LGBT community, and serves on the board of trustees of the American Conservatory Theatre in San Francisco, and Reason To Party, a SF-based non-profit dedicated to improving the lives of underserved Bay Area residents by raising money for charity groups through events held in collaboration with local businesses. Lorenzo holds a M.S. in Computer Engineering from the University of Texas at Austin and has co-authored several publications in Computational Linguistics. He is a named inventor on 7 issued and over 24 pending patents in the US and world-wid
 
 

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