L’industria americana dei processori non gode di buona salute e risente delle dinamiche dell’economia globale le quali tendono a spostare il baricentro della produzione verso paesi asiatici
E’ di oggi l’annuncio da parte di Texas Instruments del taglio di 1.500 posti di lavoro, equivalente a un 5% della workforce globale che interesserà la fabbrica che ha sede ad Austin, Texas. L’azienda è intenzionata a dismettere la produzione di processori per il comparto mobile, nello specifico smartphone e tablet, e privilegiare settori di investimento più profittevoli, come per esempio quello automobilistico. Verrà comunque mantenuta in essere l’accordo commerciale con Amazon, che utilizza processo Texas Instruments sulla linea di e-reader e tablet Kindle.
AMD difficoltà nel gestire il passaggio al Post-PC
Non certo positiva la condizione di AMD, l’altra storica azienda a stelle e strisce che deve riuscire a gestire il cambiamento dell’era Post-PC e il passaggio da un’informatica desktop centrica a un’informatica sempre più condizionata dalle dinamiche della tecnologia mobile. Il valore azionario di AMD nel corso dell’ultimo anno è diminuito oltre il 60% e non si esclude che vengano messe in atto misure di drastico ridimensionamento che comporterebbero una vendita parziale della attività, anche se indiscrezioni dei giorni scorsi indicano una possibile cessione globale.
Qualcomm e Samsung dominano il mercato processori
La scelta di TI nel concentrare le risorse in altri settori evidenzia la leadership assunta da Samsung che sforna dalle proprie fabbriche sia processori per propri smartphone, basti pensare al Galaxy, più di 50 milioni di dispositivi venduti nell’anno, sia per prodotti della concorrenza, tra questi gli iPhone di Apple. Ma la scelta di dismettere gran parte della produzione associata al comparto mobile, risente anche della concorrenza di Qualcomm. L’azienda californiana ha infatti investito pesantemente nei sistemi di produzione di chip wireless ed è riuscita ritagliarsi un’importante fetta di mercato. Qualcomm prevede di chiudere l’anno con ricavi superiori del 20% rispetto all’anno precedente.