Onda su …onda…

Quanti sono i luoghi comuni che ci seguono da tempo immemore e continuano ad essere creduti da tantissima gente pur non avendo alcun fondamento?…e i famosi campi elettromagnetici indotti dai cellulari?

Pensiamo al ferro contenuto negli spinaci – che ne hanno invece pochissimo – oppure, per rimanere in tema gastronomico, alla leggenda che l’ananas a fine pasto brucerebbe le calorie – anche qui solenne panzana. Ma c’è anche di peggio: come il fatto che la calvizie sia sinonimo di grande virilità – magari! Direbbero i molti con problemi di alopecia! – oppure che non bisogna svegliare un sonnambulo altrimenti potrebbe morire. Insomma siamo intrisi di miti e leggende metropolitane spesso camuffate da una scientificità molto approssimativa. Mi scusino coloro che la pensano diversamente, allora, se utilizzo questo incipit per introdurre il tema della news, incentrato sulla annosa quaestio se i telefoni cellulari, o meglio i campi elettromagnetici da loro indotti, facciano male o no alla nostra salute. Gli studi in tal senso sono già molti, anche molto oggettivi e attenti al metodo scientifico, ma finora – a parte qualche forzatura mediatica – ancora non si è arrivati, secondo me, ad una dimostrazione conclusiva, probabilmente anche per il fatto che utilizziamo la telefonia mobile relativamente da poco tempo, quindici anni o giù di lì. Quindi cerco di essere osservatore molto cauto anche quando appaiano notizie addirittura contraddittorie in tal senso, come quella spuntata all’inizio dell’anno – ma che ho visto anche rimbalzare recentemente in rete – proveniente dagli USA, esattamente dalla University of South Florida, in cui un certo professor Gary Arendash ci dice che l’uso del cellulare fa invece benissimo, dopo una ricerca condotta su topi e altri roditori. Lo studio – pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease – rileva essenzialmente che l’uso del telefonino può mantenere in migliori condizioni il nostro cervello, ovvero che l’esposizione prolungata alle onde elettromagnetiche non solo potenzierebbero la memoria, ma potrebbe addirittura proteggere dal devastante morbo di Alzheimer, tutelando le cellule grigie annientate dalla malattia. Io, che di lustri in questo mondo ne ho già trascorsi parecchi, e che uso smodatamente il telefonino fin dagli esordi, cosa posso dire se non sperare che tutto ciò sia vero? Ma cosa stavo dicendo? Scusate ma la memoria spesso mi fa dei cattivi scherzi.…. Meditiamo, gente, meditiamo … 🙂

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Tratto dall’editoriale della newsletter di DMO. Per iscriverti alla Newsletter registrati al portale cliccando qui

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