Con le tecnologie digitali le grandi imprese diventano gli innovatori del prossimo futuro e le PMI scoprono nuove opportunità di business
Secondo un nuovo studio Accenture, le start up tecnologiche, potrebbero presto cedere il loro primato nell’innovazione e nella crescita alle grandi imprese tradizionali, che si stanno trasformando in veri e propri digital business facendo leva su dimensioni, competenze ed economie di scala per guadagnare un vantaggio competitivo difficilmente eguagliabile.
In tale contesto, il rapporto Accenture Technology Vision 2014 individua le sei tendenze tecnologiche che stanno permettendo alle grandi imprese di innovare e ampliare gli attuali confini del mercato attraverso le tecnologie digitali, affiancandosi di fatto alle start-up più rivoluzionarie. Dal rapporto Tech Vision 2014 emerge inoltre come le imprese leader stiano adottando strategie digitali basate su mobility, analytics e cloud per migliorare i processi, avvalersi di real-time intelligence, attivare nuove forme di collaborazione, trasformare il modo di gestire e utilizzare i dati.
“Le grandi imprese, con le loro risorse, la loro dimensione e il desiderio di reinventarsi attraverso la trasformazione digitale, stanno riaffermando la propria leadership nei relativi mercati,” ha affermato Paul Daugherty, Chief Technology Officer di Accenture. “Le aziende leader adottano il digitale per gestire i processi con maggiore efficienza, trasformare il proprio approccio al mercato, collaborare con i partner, interagire con i clienti e gestire le transazioni. Il digitale sta diventando sempre più parte del DNA di queste imprese, che assumeranno il ruolo di protagonisti del business digitale del futuro.”
Ecco le sei tendenze IT che stanno cambiando gli equilibri del business:
Fusione tra mondo fisico e digitale – Le informazioni portate oltre i tradizionali confini. Il mondo reale va online con la diffusione di dispositivi tecnologici da indossare, oggetti e macchine intelligenti che forniscono intelligence in tempo reale, cambiando il modo di vivere delle persone e di operare delle imprese. Questo nuovo livello d’intelligenza interconnessa amplifica le capacità dei team di lavoro, rende automatici i processi e integra gli strumenti tecnologici nella vita quotidiana. Per i consumatori questo si traduce nell’opportunità di interagire ed influenzare il mercato, per le imprese nella possibilità di gestire meglio e più velocemente qualsiasi situazione, grazie alla quantità e varietà di dati disponibili in tempo reale. Nella sanità, ad esempio, Accenture e Philips hanno realizzato un’applicazione pilota per Google Glass™ che consente al medico che li indossa di monitorare i segni vitali di un paziente e contemporaneamente seguire l’andamento di un intervento chirurgico, senza bisogno di distogliere l’attenzione dal paziente o dalla procedura.
Oltre la collaborazione aziendale, il crowdsourcing – L’impresa senza confini. Le tecnologie digitali, attraverso internet, permettono oggi alle aziende di entrare in contatto con un bacino infinito di risorse e competenze. Aziende come General Electric (GE), MasterCard o Facebook ad esempio ricorrono a realtà come Kaggle, una rete globale di scienziati informatici, matematici ed esperti di dati che competono per risolvere ogni sorta di problemi, dal trovare i voli migliori all’ottimizzazione dell’ubicazione dei negozi. Indirizzare queste modalità di collaborazione al raggiungimento degli obiettivi aziendali non è facile, ma le opportunità sono enormi; in particolare la possibilità di scovare talenti in grado di risolvere alcuni dei problemi di business più difficili.
I dati permeano l’impresa – Cambiare il modo di gestire i dati per garantirne una circolazione più vasta. Le tecnologie di gestione dati si evolvono rapidamente, ma non sono ancora sfruttate appieno. Attualmente, solo un’organizzazione su cinque integra i dati a tutti i livelli d’impresa[1]. Per sfruttare a fondo le potenzialità dei dati, le aziende devono cominciare a trattarli come una filiera, favorendone il flusso attraverso l’intera organizzazione e, in seguito, nell’intero ecosistema. Aziende come Google Inc. e Walgreens Co. hanno adottato questo metodo rendendo disponibili le loro interfacce (API); oggi più di 800.000 siti usano i dati di Google MapsTM e gli sviluppatori indipendenti sono in grado d’introdurre nelle loro applicazioni la funzione di scansione dei codici a barre sui flaconi di Walgreens vendibili dietro prescrizione per facilitarne la localizzazione e l’acquisto da parte dei consumatori.
Sfruttare l’hyperscale – L’hardware è tornato (ma in realtà non se n’è mai andato). Con la rapida crescita della domanda di data center più grandi e più veloci, oggi l’hardware è diventato di nuovo cruciale. I progressi in ambiti quali il consumo energetico, i processori, le memorie a stato solido e le architetture infrastrutturali offrono alle imprese nuove opportunità di scalabilità, maggiore efficienza, riduzione dei costi e performance senza precedenti. Quanto più le aziende sposano la trasformazione digitale, tanto più diverrà cruciale il ruolo dell’hardware come abilitatore della crescita.
Il business delle applicazioni – Il software come competenza di base nel mondo digitale. Prendendo spunto dal cambiamento riscontrato nel mondo dei consumatori, anche le imprese stanno utilizzando diverse applicazioni per avere una maggiore agilità operativa. Secondo lo studio di Accenture, oltre la metà delle aziende più innovative hanno già aperto app store d’impresa[2], facilitando in tal modo questo spostamento verso applicazioni semplici e modulari destinate ai dipendenti. Spinti da una necessità sempre più urgente di cambiamento, i responsabili informatici e di business devono stabilire chi svolge questo ruolo nell’ideazione e nello sviluppo di applicazioni.
L’architettura della resilienza – Garantire la continuità di servizio in qualunque condizione, è il mantra del business non-stop. Nell’era digitale, le imprese devono essere sempre operative e in grado di rispondere alle sollecitazioni continue rivolte ai loro processi, servizi e sistemi. Gli effetti di questo fenomeno si ripercuotono sull’intera organizzazione e la presenza di un’infrastruttura “always on” può fare la differenza. Aziende quali Netflix, che utilizza strumenti automatici di collaudo per mettere alla prova la reattività dei propri sistemi agli imprevisti, sono oggi tra i leader nel campo dell’informatica. Queste organizzazioni progettano e costruiscono i loro sistemi pensando ai possibili disservizi, utilizzando le tecnologie modulari e processi di collaudo avanzati.
“Le grandi aziende italiane hanno già iniziato il percorso verso la trasformazione digitale. Tutte le nostre analisi, condotte sia a livello mondiale che in Italia, mostrano un’elevata propensione alla spesa tecnologica da parte delle aziende con maggior fatturato. Tali investimenti generano un impatto significativo sulle strategie e sulle priorità operative delle aziende. Ogni top-manager è potenzialmente in grado di diventare un digital disruptor e di ripensare i processi chiave per generare un vantaggio competitivo duraturo.” ha dichiarato Alessandro Marin, Responsabile Technology di Accenture. Guardando solo alle prime 100 aziende italiane, che complessivamente oggi fatturano oltre 900 miliardi di euro, si può capire quale impatto sul business possa avere il digitale. Abbracciare la sfida di questo cambiamento sarà decisivo per difendere e soprattutto aumentare dimensioni e quote di mercato delle imprese italiane, facendo leva sulle enormi potenzialità offerte dalle nuove tecnologie. Questa trasformazione aprirà opportunità rilevanti anche per le piccole e medie imprese, se sapranno adottare tempestivamente i nuovi paradigmi del mondo digitale. Non solo quindi le aziende più grandi potranno assumere il ruolo di protagoniste del business digitale ma, grazie ad esso, anche le PMI potranno diventare grandi”.