Spagna e copyright: la legge nascosta

Fino a sei anni di carcere per chi favorisce la diffusione di link diretti a materiale protetto

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E’ da diversi mesi che la Spagna viene pressata dagli Stati Uniti con l’obiettivo di incentivare le leggi contro la pirateria informatica. Nel 2011 il governo iberico aveva promulgato una legge anti-pirateria chiamata Sindle Law all’interno della Sustainable Economy Act. Nonostante tutto, il governo spagnolo ha deciso di incrementare le pene per chi sostiene o effettua opere di pirateria online, allineandosi con quanto chiesto dagli Stati Uniti.

Nuovo colpo ai pirati

Venerdì scorso il governo ha approvato nuove misure che potrebbero colpire anche coloro che forniscono, come terze parti e non hosting, link a materiale protetto e non autorizzato per “profitti diretti o indiretti”. Blog, forum e qualsiasi pagina internet sarebbe il target di tale emendamento che entrerà in vigore non prima del 2014 e prevede una pena fino a sei anni di reclusione in casi “particolarmente gravi”. Secondo la Reuters, la nuova legge non riguarda i motori di ricerca e i siti di condivisione peer-to-peer. In Spagna il problema del file sharing a scopi di lucro è un tema sentito.

Il caso RojaDirect

Qui è nato uno dei siti più seguiti dagli appassionati sportivi per raccogliere link a singoli eventi da guardare in streaming. RojaDirecta era stato sequestrato l’anno scorso dai funzionari statunitensi e poi riconsegnato passando ad un dominio in Montenegro. Durante una conferenza stampa a Madrid, Alberto Ruiz-Gallardon, ministro della Giustizia, ha detto: “E’ un nuovo corso nella tutela al diritto d’autore sulle nuove tecnologie“.

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