Software contraffatti e concorrenza sleale

Comprendere il fenomeno del software illegale per mettere in atto delle misure che possano andare oltre la semplice repressione

Lo studio, realizzato dal Centro di Ricerche su Sostenibilità e Valore (CReSV) della Bocconi in collaborazione con Microsoft Italia, ha preso in esame 108 aziende italiane non finanziarie quotate al Ftse Share e ha cercato di comprendere quali correlazioni esistono tra investimento software e variabili economico-finanziarie.

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Si sono analizzati i bilanci prodotti dalle aziende nel corso di 7 anni, dal 2004 al 2011, Obiettivo trovare argomenti validi per scoraggiare l’utilizzo di software piratato, che in Italia, secondo le stime del rapporto annuale della Business Software Alliance, è largamente al di sopra della media europea (48% contro 34%).

Un prima importante considerazione che emerge è che esiste una correlazione diretta tra quantità di investimenti software e redditività aziendale. Detto in parole povere, più si investe, migliori sono le performance aziendali. Secondo, le aziende che hanno investito maggiormente in software sono quelle più longeve, il che significa che l’investimento in software assicura una maggiore sostenibilità.

Un livello di dettaglio maggiore rispetto alle dinamiche inerenti l’utilizzo del software e il valore dell’investimento si evidenzia andando ad analizzare la situazione delle aziende in riferimento al capitale circolante. Più quest’ultimo è alto, più alti sono gli investimenti. Ergo, le aziende con più bassi livelli di capitale circolante sono quelle che potenzialmente si trovano nella posizione di ricorrere maggiormente al software contraffatto. Questa pratica distorce il mercato, sostengono i ricercatori, poiché le imprese con maggiori livelli di capitale circolante (principalmente le start-up e, in generale quelle più giovani), che già tendenzialmente hanno una peggiore situazione finanziaria e maggiori difficoltà a generare flussi di cassa, si trovano a dover fronteggiare una difficoltà in più. Finché le imprese capaci di un elevato autofinanziamento, che è inversamente correlato all’ammontare del capitale circolante, agiscono illegalmente e rendono difficile il compito delle imprese che provano a espandersi, gli effetti dell’utilizzo di software contraffatto saranno negativi per il settore e la generalità degli stakeholder, intaccando la capacità di crescita del sistema nel suo complesso.

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Gli autori della ricerca hanno perciò cercato di trovare possibili suggerimenti per contrastare il fenomeno del software illegale. Al di là delle necessarie azioni repressive, esistono iniziative di mercato che possano funzionare da disincentivo? L’indicazione è quella di trovare leve fiscali, favorire l’investimento in software trovando opportuni meccanismi finanziari, in particolare prestando attenzione alle start-up e alle imprese più giovani.