Start-up, innovazione e fenomeni digital alla fiera italiana nell’anno più difficile: così l’Italia può rialzarsi
L’edizione annuale di Smau rinnega se stessa. A prima vista lo spazio espositivo è meno ampio, in giro sembra di vedere un numero minore di persone e anche i big presenti si sono ridimensionati. Attenzione però a intrepretare questi segni come un segnale negativo. Smau 2013 è la conseguenza principale dell’attuale periodo italiano: tante idee ma poche risorse. E allora che si fa? Ci si adegua, diventando (non tutti) più umili, esponendo i propri progetti, lavori e visioni sul futuro, consapevoli che oggi bisogna lavorare il doppio per ottenere la metà.
Cambia il mondo, cambia lo Smau
I frequentatori abituali di Smau passeranno la tre giorni a dirsi: “Quest’anno siamo ancora di meno“; più interessante allora immedesimarsi nei primi arrivati, per lo più freschi (o ancora) studenti ai quali brillano gli occhi nel vedere al loro fianco manager, CEO e CIO delle maggiori aziende italiane e straniere. L’alzamento di interesse per il panorama start-up è una diretta conseguenza di ciò. Il pubblico dello Smau 2013, forse più degli scorsi anni, è molto giovane, meno cravatte e più jeans e prime barbe. Se qui si fa l’Italia (digitale) i primi passi sono ottimi, almeno sulla carta.
L’apertura
Un plauso generale, misto a commozione, nel video di apertura dedicato a Marco Zamperini, scomparso solo qualche giorno fa e da più parti riconosciuto come uno dei maggiori innovatori italiani. Del cambiamento se ne sono accorti un po’ tutti, da Pierantonio Macola, Amministratore Delegato di Smau ad Alvise Biffi, Presidente Piccola Impresa Assolombarda e Vicepresidente Assolombarda; entrambi concentrati sullo spiegare le ragioni dell’importanza di un evento del genere, ancora di più oggi, per l’intero panorama economico nostrano. “Chi pensa che Smau sia sono una vetrina fine a sé stessa si sbaglia – spiega Macola – un esempio che mi viene in mente è la realizzazione di alcni droni da parte di una giovane startup italiana che lo scorso anno aveva conosciuto alcuni vendor proprio all’edizione di Smau. Creiamo connessioni e lo facciamo nel modo migliore possibile, mettendo in contatto le aziende con gli istituti di formazione come le Università”.
Il boom delle startup
Sulla stessa falsariga è l’intervento di Biffi che ha alzato l’asticella della qualità dell’imprenditoria presente alla kermesse milanese. “Come rappresentante delle imprese in sala – spiega – non posso che cogliere con rinnovato entusiasmo l’invito ad incontrare idee e nuovi progetti di business. Seppure in un periodo di forte crisi, c’è sempre bisogno di fare impresa, nel senso più larga del termine, ovvero di avere l’umiltà di ascoltare i progetti imprenditoriali che hanno bisogno di uscire dalle classi scolastiche per entrare nel mondo reale”.
Il ruolo delle regioni
Nello svolgere un ruolo di “intermediazione” tra domanda e offerta di business, Smau ha voluto coinvolgere, fortemente, anche le Pubbliche Amministrazioni. Coscienti dell’esigenza di rinnovare sistemi, processi e modelli produttivi della PA, amministratori e polici hanno il “dovere”, soprattutto etico, di guardare all’innovazione, non solo come momento di crescita ma anche come possibilità di ridurre costi e spese (si pensi alla dematerializzazione della carta e alle possibilità del cloud). Una serie di necessità discusse e intese dalle PA presenti in sala rappresentate da Mario Caligiuri, Assessore alla Ricerca di Regione Calabria, Loredana Capone, Assessore Sviluppo economico Regione Puglia, Agostino Ghiglia, Assessore Ricerca e Innovazione di Regione Piemonte, Mario Melazzini, Assessore Attività produttive, Ricerca e Innovazione di Regione Lombardia, Gian Carlo Muzzarelli, Assessore Attività produttive di Regione Emilia-Romagna, Guido Trombetti, Vice Presidente e Assessore Università – Ricerca scientifica di Regione Campania.
Gli incontri
Nell’ottica di voler rappresentare anche un momento di incontro formativo, la tre giorni dedicata al mondo dell’innovazione e delle tecnologie digitali punta a coinvolgere direttamente i visitatori. Più di 600 workshop a cura delle migliori scuole di formazione manageriale italiane come School of Management del Politecnico di Milano, Sda Bocconi School of Management, la LIUC Università Carlo Cattaneo, l’Università degli Studi di Brescia, società di consulenza come Gartner e associazioni come IWA, Anfov, Aism e molte altre. Presenti, ovviamente i più grandi player del settore tra cui Cisco, Dell, Fujitsu, Huawei, IBM, Infor, Intel, Lenovo, Microsoft, NetApp, Polycom, Salesforce, Sap, TeamSystem, Telecom Italia, Vodafone, Wacom e Zucchetti.