IT Security: c’è ancora qualche sprovveduto!

Durante l’estate, mentre gli internauti metropolitani, abbandonati a casa i “ferri del mestiere”, trascorrevano le giornate ad arrostirsi sotto il sole cocente in qualche sperduto paradiso tropicale, gli specialisti di Panda Security, che non stavano godendo delle ferie, hanno stilato il resoconto dei risultati ottenuti da una ricerca condotta tra il mese di Aprile e Giugno.

Il tema trattato, le cui conclusioni sono state riepilogate nel bollettino “Second International Security Barometer”, ha riguardato la sicurezza informatica all’interno di PMI distribuite in tutto il mondo.

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Il campione esaminato ha visto il contributo di circa 10.000 aziende con una dotazione di elaboratori tra le 2 e le 1.000 unità.

326 sono le imprese che in Italia sono state interessate dallo studio.

Il Belpaese ha dimostrato di essere in linea con il positivo trend europeo.

Però, esaminando la relazione, balza immediatamente agli occhi almeno un evidente controsenso.

La totalità degli intervistati nazionali vede come “molto importante” – 67% – ed “importante” – 33% – l’IT security, sarebbero quindi scontate gli esiti delle repliche alle successive domande proposte: tutti quanti dovrebbero aver adottato nel complesso una strategia di protezione magari non infallibile, ma quantomeno adeguata.

Purtroppo non è così: un considerevole 11% non si avvale di un sistema di sicurezza adducendo motivazioni diverse: dall’eccessivo consumo di risorse – economiche e non – al fatto di non utilizzare il PC per la propria attività – anche se il requisito per partecipare all’indagine prevedeva il possesso di almeno due computer – ma, colmo dei colmi, la più “gettonata” è stata l’affermazione di vedere i meccanismi di protezione come superflui e poco importanti!

Ed il fatto ancora più interessante che oltre i due terzi di questi non è intenzionato a dotarsene.

Ma non erano tutti a percepire la rilevanza della sicurezza delle infrastrutture tecnologiche?

Incoerenti a parte, i restanti, che – conformi al proprio pensiero – hanno provveduto ad issare una barriera contro le minacce informatiche, utilizzano antivirus e firewall, spesso associati ad altri tool e regole restrittive di navigazione per difendersi ulteriormente e software sempre aggiornati.

Proseguendo a scorrere il questionario si trova il quesito “alcuni dei vostri computer è stato infettato in qualche modo” nel quale il 56% ha barrato la casella “sì”, un 7%, con altrettanta franchezza e molto realismo, ha scelto il “non so” ed il rimanente 36% ha sostenuto di non aver subito alcun tipo di contaminazione.

Sarebbe curioso sapere come hanno risposto quelli che non utilizzano dispositivi protettivi.

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