La percentuale di spam registrata nel traffico di posta elettronica è scesa ulteriormente ad una media del 74,3%, con un decremento pari al 2,3 percento rispetto al trimestre precedente. Questo trend potrebbe essere legato alla stagionalità ma anche alla pesante crisi economica in atto
Oltre a questo, ci sono altri segnali che testimoniano che la crisi pesa anche sulle spalle degli spammer. A maggio, ad esempio, abbiamo assistito ad un picco di spam in lingua inglese che promuoveva programmi finanziari personalizzati e la maggior parte di questi messaggi conteneva contenuti illegali.
“Abbiamo assistito allo stesso fenomeno durante la precedente crisi economica del 2008-2009 e siamo convinti che il fenomeno crescerà nei prossimi mesi”, ha commentato Maria Namestnikova, Senior Spam Analyst di Kaspersky Lab. “Ci aspettiamo anche una caduta graduale della percentuale di spam, che potrebbe arrivare al 65% nel prossimo anno”.
Avvenimenti chiave del Q2
Qualche hanno fa sono nati i primi servizi online che offrivano sconti (i sodiddetti coupon). Ultimamente questi vengono sempre più spesso usati dagli spammer per le loro azioni. Ad aprile, Kaspersky Lab ha individuato uno spam che imitava una notifica ufficiale di Facebook, ma in questo caso il link non portava l’utente su siti hackerati ma su pagine di Wikipedia e Amazon. Lo staff tecnico dei siti web in questione ha risolto il problema rapidamente, ripristinando il servizio e disattivando i link illegali.
La Siria è stata anche un oggetto utilizzato spesso nelle cosiddette email nigeriane, con email fasulle proveniente dalla moglie di Assad e dalla famiglia di Assad.
Anche i campionati di calcio Euro 2012 e le Olimpiadi di Londra sono stati utilizzati per le campagne di spam, con email che annunciavano vincite a Lotterie varie.
Geografia delle fonti di spam
Nel Q2 2012 la geografia dello spam è cambiata sensibilmente. La Cina ha raggiunto il primo posto in classifica, con il 19% di tutto lo spam generato in questo paese. Nelle prime posizioni troviamo anche gli Stati Uniti, che dividono il secondo posto con l’India con il 11,7% di spam generato in questi paesi. Il Vietnam si posiziona al terzo posto con il 4,97% di tutto lo spam.
Per visualizzare il report completo clicca qui.