SAS Campus: quando gli Analytics creano valore per tutti

Dallo scambio di conoscenza tra università e impresa un contributo alla crescita del Sistema Paese

Condividere le idee e accrescere la competitività. Per contribuire alla crescita del Sistema Paese. Questo l’obiettivo di SAS Campus, il convegno italiano dove Università, Ricerca e Lavoro s’incontrano, organizzato da SAS e Facoltà di Scienze Statistiche dell’Università di Milano Bicocca. Tema dell’edizione 2011, che si è tenuta presso l’ateneo meneghino lo scorso 22 novembre, è appunto Business Intelligence e Analytics nell’università, nel business e nel government per la crescita del Sistema Paese.

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Perché questo connubio? «La ricerca è, per definizione, un mondo competitivo – commenta Giovanni Corrao, Preside della Facoltà di Scienze Statistiche dell’Università degli Studi Milano-Bicocca – nel quale SAS è un potente strumento di analisi che aiuta in modo determinante ad affrontare le sfide. In particolare, nel mio caso, nel campo biomedico. La missione della nostra facoltà è di creare uno “statistico moderno”, capace di valorizzare questi aspetti anche nel mondo produttivo».

In effetti, come è emerso da diverse presentazioni durante l’incontro, l’ambito medico è quasi un paradigma delle potenzialità che anche in molti altri settori gli Analytics permettono di sviluppare e delle sfide che consentono di affrontare. Prima fra tutte quella dei Big Data, la capacità di ottimizzare l’esplosione esponenziale nelle quantità di dati a disposizione cui stiamo assistendo e a cui assisteremo sempre più in futuro.

Secondo dati McKinsey GI, riportati nel suo intervento dal vice presidente di Lombardia Informatica Alberto Daprà, attraverso l’applicazione di strumenti analitici alla massa di dati resi disponibili dalle nuove tecnologie (per esempio, i dispositivi mobili) nei soli Stati Uniti si potrebbero risparmiare 300 miliardi di dollari l’anno nella sanità e circa 250 nella Pubblica Amministrazione. Nel settore retail, invece, sarebbe possibile un incremento di circa il 60% nei margini, mentre nel manufacturing si calcola una riduzione di oltre il 50% nei costi di sviluppo dei nuovi prodotti. Nel comparto delle telecomunicazioni, i nuovi ricavi per i service provider ammonterebbero a 100 miliardi di dollari.

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«La statistica è profondamente cambiata negli ultimi anni e la sua evoluzione gioca un ruolo importante in questo scenario – continua Corrao –. Le basi teoriche della disciplina non sono cambiate, ma il supporto delle tecnologie, come gli strumenti analitici di SAS, mette la statistica contemporanea in grado di raccogliere e analizzare quantità molto più ingenti di dati e in tempi molto più stretti. Noi spingiamo i nostri studenti a mettersi in gioco subito, già in università, in modo da essere pronti a gestire situazioni simili una volta entrati nel mondo del lavoro».

Un salto reso possibile anche dall’High Performance Computing, che rende attuabili attività impensabili fino a poco tempo fa. Come commenta Walter Lanzani, direttore strategy & operations di SAS in Italia: «Noi riteniamo che i Business Analytics, supportati da algoritmi sempre più raffinati e da tecnologie sempre più potenti, possano offrire oggi valore aggiunto in tutti i settori e per i più diversi utilizzi, dalla pianificazione delle campagne di marketing alla misurazione delle evidenze per le cure farmaceutiche come abbiamo visto oggi. Questa condivisione di valore tra settori può offrire un concreto contribuito alla crescita del Sistema Paese, specie in Italia dove il modello del Made in Italy vede l’esistenza di una galassia di Pmi».

Ne sono un esempio proprio le iniziative portate avanti dall’Università di Milano Bicocca. «L’interscambio con il mondo business è continuo – conclude Corrao –, ogni anno organizziamo oltre venti seminari ad altissimo livello coinvolgendo importanti personalità del mondo della ricerca aperti anche al mondo delle aziende. Siamo convinti che il trasferimento di conoscenza tra il mondo accademico e quello del lavoro sia uno dei fattori chiave per rilanciare la crescita”.

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Un auspicio che, nella attuale congiuntura economica, non si può che condividere.