Sanità italiana: una struttura su tre spenderà il 20% in più in innovazione

Per l’Osservatorio ICT in Sanità del Politecnico di Milano, quello atteso per il prossimo triennio è uno scenario in controtendenza rispetto alla generale contrazione degli investimenti in tecnologia

Nei prossimi tre anni, in Italia, una struttura sanitaria su tre (precisamente il 32%) aumenterà la spesa in innovazione informatica di oltre il 20% rispetto al triennio scorso. In controtendenza rispetto al panorama generale, dove la spesa in tecnologie di elaborazione, comunicazione e archiviazione è in contrazione.

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E’ quanto emerge dalla ricerca dell’Osservatorio ICT in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con l’ICT Institute del Politecnico, presentata oggi a Bologna a Exposanità, che ha analizzato oltre 200 fra ospedali, ambulatori, case di cura, cliniche, istituti di ricerca e fondazioni.

Considerando la media dei budget destinati a strumenti e progetti informatici da tutta la sanità italiana, le spese annuali passano dall’1,9 milioni di euro del 2009 ai 2 milioni del 2010 (+6%). L’investimento solo in nuovi progetti ad alto contenuto tecnologico, nello stesso periodo, cresce da 1 a 1,2 milioni di euro (+17%).

Si riducono le strutture sanitarie con investimenti annui in informatica inferiori ai 300 mila euro, che erano il 37% del totale nel 2009 e sono oggi il 25%. Aumentano invece quelle con investimenti fra i 2 e i 5 milioni di euro: l’anno scorso erano il 5% del totale, oggi rappresentano l’11%.

Sono cinque gli ambiti nei quali la sanità in Italia punta sull’innovazione:

1. La cartella clinica elettronica, che riunisce in formato digitale le informazioni mediche relative al percorso di cura del paziente all’interno di una singola struttura sanitaria. La sua evoluzione è il fascicolo sanitario elettronico, che integra l’intera documentazione sanitaria del paziente presente nelle diverse strutture del territorio.

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2. La dematerializzazione dei documenti sanitari, dalla produzione alla consultazione, all’archiviazione elettronica. In questo contesto rientrano anche i sistemi di sicurezza e validazione, come la firma elettronica, e la gestione informatizzata dei farmaci.

3. La creazione di un network al quale possano contribuire tutti i sistemi informativi delle strutture sanitarie, con piena accessibilità alle informazioni e alle documentazioni sanitarie, nel rispetto delle norme di sicurezza e di privacy.

4. La continuità assistenziale, ovvero il monitoraggio a distanza del paziente da parte delle strutture ospedaliere.

5. La prenotazione e il pagamento dei servizi sanitari.

Secondo Mariano Corso, docente del Politecnico di Milano e direttore dell’Osservatorio ICT in Sanità, “l’innovazione nella sanità italiana è disomogenea. Il modello federato ha prodotto sistemi regionali autonomi e diversi. Le regioni del nord hanno investito e continueranno a investire più di quelle del centro e del sud. C’è di buono che gli investimenti nei prossimi 3 anni sono in crescita in tutto il Paese”.

Ha continuato Mariano Corso: “A eccellenze sotto il profilo della qualità e dell’efficienza fanno da contrappeso situazioni di degrado nel servizio e sprechi nell’impiego delle risorse. Occorre passare dalle eccellenze individuali ad un sistema organizzato di scambio di esperienze e condivisione di strumenti, in altre parole, occorre fare sistema”.