Rete elettiva?

Tempo di elezioni e il confronto entra nel vivo. Anche se il mezzo più utilizzato dai politici per esprimere le proprie opinioni, e soprattutto per cercare il consenso, continua a essere la televisione, credo che queste elezioni 2013 saranno ricordate come le prime in cui questa “regina” sente il fiato sul collo di un inseguitore: la rete.

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La politica si fa social 

Sarà, citando studi recenti, perché sono oramai ben 38 milioni i connazionali che accedono a Internet e che ben 16 milioni di questi lo fanno addirittura in modalità mobile attraverso smartphone o tablet, sarà perché è il mezzo preferito dai giovani, ma questo è il trend e allora nessun politico può fare a meno di “cinguettare” o di inserire la news più cool nei vari social network che vanno per la maggiore.

Tranne poche eccezioni, vengono snobbate le piazze e il confronto “a pelle” con i cittadini. Forse anche per il fatto che queste elezioni si tengono in pieno inverno, ma più probabilmente perché le energie è più utile spenderle nel virtuale.

Le app per l’elettore

La rete è ambiente anche molto flessibile, in certi casi anche difficile da tenere “sotto controllo”, come dimostra anche la necessità di far rispettare la legge che obbliga al “silenzio sondaggistico” rispetto alle indicazioni di voto nelle due settimane precedenti le elezioni. Un’importante società di ricerche di mercato aveva ritenuto di interpretare che la legge fosse indirizzata solo verso le TV, la radio o la stampa (anche on line) e non verso chi utilizzasse mezzi alternativi a pagamento, come ad esempio le apps, e così ha immesso sul mercato un’applicazione al costo di 9,99 euro per permettere la diffusione di sondaggi fino all’ultimo minuto. AGCOM è poi intervenuta all’ultimo momento per bloccare questa iniziativa, anche se all’inizio aveva dato parere positivo e questo fa capire come sia ancora spesso “borderline” il mondo della rete rispetto a tutti gli altri mezzi mediatici.

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Del resto lo sanno molto bene soprattutto i regimi antidemocratici, che cercano di controllare la rete spesso, fortunatamente, senza riuscirci. Mio padre buonanima con fine ironia chiamava l’apparecchio televisivo con il nome di “trappola”, se fosse vissuto in questi tempi non so come avrebbe soprannominato la rete, ma io spero ardentemente che rimanga un posto dove la gente possa esprimere le sue opinioni, le sue speranze, le proprie proposte all’interno di quella magica parola che non ha tempo, la libertà…….Meditiamo, Gente, meditiamo… 🙂

Tratto dall’editoriale della newsletter di DMO. Per iscriverti alla Newsletter registrati al portale cliccando qui

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