Succede a largo del Golfo Persico dove la pesca illegale raggiunge un valore di sei volte superiore alle statistiche ufficiali
Utilizzare le immagini satellitari di Google per scoprire la verità. Questo è il risultato di un lavoro dei ricercatori della University of British Columbia che hanno scoperto grandi trappole per pesci, chiamate nasse, nel Golfo Persico per raccogliere una quantità di pesce notevolmente superiore a quella consentita. Lo studio ha preso il via grazie al lavoro di un singolo studente, che non aveva idea di cosa potesse trovare sulle mappe di Google Earth, per poi rimbalzare per tutto il web una volta che ha mostrato le reali conseguenze della pesca clandestina.
Una scoperta incredibile
“Stavo solo passando del tempo sulle mappe di Google Earth – ha detto lo studente Dalal Al-Abdulrazzak – facendo quello che fanno molte persone durante il giorno quando cercano di trovare la loro casa sul sito. Ad un certo punto ho visto qualcosa di strano e ho cominciato ad indagare”. Quello che aveva scoperto il giovane era una diga fatta di trappole per pesci, vicina la casa dei suoi genitori nel Golfo Persico. “A quel punto mi si è accesa una lampadina” – ha detto.
Progetto mondiale
E’ stato l’inizio di un progetto di ricerca che ha utilizzato il programma di Google per scovare almeno 1.900 nasse nel mare, enormi strutture simili a recinzioni che utilizzano i movimenti delle onde per intrappolare i pesci. Secondo i ricercatori, nella regione analizzata sarebbero state catturate almeno 31.000 tonnellate di pesce nel 2005, un numero quasi sei volte più grande di quello riportato nelle statistiche ufficiali. Ora la ricerca è diventata parte di un più ampio progetto del biologo marino Daniel Pauly che mira a delineare una serie di stime più reali sulla pesca mondiale, numeri spesso sottovalutati nei rapporti ufficiali.