Presentato il Rapporto Annuale sul ritiro e riciclo dei RAEE

Smartphone e tablet sono molto diffusi in Italia che è una delle nazioni europee dove l’indice di utilizzo è di certo tra i maggiori. Ma cosa succede quando non ci servono più e vogliamo disfarcene?

I rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, meglio conosciuti come RAEE, sono in continuo aumento. Direttamente proporzionali allo sviluppo delle nuove tecnologie, questi tipi di rifiuti cominciano (in verità già da qualche anno) a essere una percentuale sostanziosa dell’ammontare di rifiuti prodotti ogni anno in Italia. Non tutti però sono a conoscenza dei metodi più consoni per smaltire questo tipo di prodotti e, soprattutto per quelli più piccoli, il rischio è di farli rientrare nella categoria degli “indifferenziati”, a tutto svantaggio di un corretto riciclaggio.

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Il rapporto 2012

In questa ottica assume un valore assoluto il Rapporto Annuale 2012 sul Sistema di Ritiro e Trattamento dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche in Italia che, giunto alla quinta edizione, disegna il panorama nazionale di come e dove vengono smaltiti i RAEE. Realizzato dal Centro di Coordinamento RAEE, la presentazione del rapporto avviene a Milano, capoluogo della regione prima in Italia per la raccolta in termini assoluti, con quasi 46 milioni di kg di RAEE e per gli 853 Centri di Conferimento. Nonostante il trend lombardo c’è da dire che gli ultimi 12 mesi solari hanno visto una contrazione del conferimento dei RAEE rispetto agli anni precedenti. “Questo è il primo anno in cui il sistema gestisce meno rifiuti RAEE – ha sottolineato Danilo Bonato, Presidente del Centro di Coordinamento RAEE – le cause sono molteplici, tra le principali di certo vi è la crisi economica (che porta ad acquistare meno ndr) e inoltre il crescente ricorso al riciclo alternativo”, non diretto cioè al conferimento in toto dello strumento ma alla vendita o scambio di suoi componenti (pensiamo a quelli per PC, smartphone, apparecchiature domestiche)”.

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Italia divisa: il Nord un esempio

La riduzione dei quantitativi di RAEE gestiti dl Centro è un segnale da cogliere con attenzione – ha dichiarato Filippo Bernocchi, Delegato ANCI alle politiche energetiche ed ai rifiuti – si ritiene infatti che ci siano molte dinamiche ad accentuare segnali di debolezza del sistema  tra cui la crisi che ha portato una contrazione delle vendite e la crescita dei prezzi delle materie prime, che di certo non aiuta il settore”. L’obiettivo minimo di conferimento RAEE pro capite, secondo quanto stabilito dalla normativa europea, è di 4 kg, cifra ampiamente raggiunta e superata dal Nord Italia (4,91), quasi dal centro (3,97), più lontana per Sud e Isole (2,71). “Nel 2012 Amsa ha raccolto nel territorio del Comune di Milano oltre 3 mila tonnellate di RAEE – ha detto Sonia Cantoni, Presidente di Amsa – registrando una flessione del 12% rispetto al 2011 dovuta alla diminuzione di conferimenti di apparecchiature più pesanti, che incidono maggiormente sul peso come monitor e lavatrici.

La suddivisione dei RAEE

Nella classifica dei cinque raggruppamenti in cui vengono divisi i RAEE anche nel 2012 quello che riscontra maggiori conferimenti è l’R3 (TV e Monitor), seguono R1 (Frigoriferi e Apparecchiature Refrigeranti), R2 (Grandi Elettrodomestici) e R4 (Piccoli Elettrodomestici. La categoria R5 (Sorgenti Luminose) è quella che ha fatto registrare il miglior andamento rispetto al 2011. Al conferimento dei RAEE sono legate anche questioni più complesse come il traffico illecito e l’esportazione verso l’estero. Enrico Fontana, Responsabile Nazionale Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente ha affermato infatti: “Intercettare i flussi illegali di RAEE resta una priorità. L’Italia, impegnata in uno sforzo teso al pieno ed effettivo rispetto delle direttive comunitarie, non può permettersi di perdere risorse importanti, anche dal punto di vista economico, come quelle relative al riciclo dei RAEE che finiscono per alimentare i mercati illeciti”.

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Il parere del Garante

Proprio oggi il Garante per la Privacy ha diffuso un video dove spiega i pericoli connessi al riciclo frettoloso delle moderne apparecchiature di comunicazione come smartphone e tablet. Il rischio diventa duplice se non ci si affida agli organi ufficiali per riciclare questo tipo di dispositivi, ma si preferisce  consegnarli a privati o negozietti specializzati. In quest’ultimo caso conviene sempre cancellare tutti i dati e le informazioni personali (compresi quelli di backup) e portare il terminale ad uno stato di primo acquisto, attraverso un ripristino completo.