Potenziale occupazionale nella Digital Economy: l’Italia, ancora dietro la Spagna

In Italia sono circa 100mila gli occupati “direttamente” nel settore internet. Secondo IAB Italia, puntando sulla Digital Economy, il Paese potrebbe creare una crescita occupazionale “qualificata” pari a quella di realtà come Regno Unito, al primo posto della classifica con circa 300 mila occupati nel settore, generando redditi da lavoro di circa 10 miliardi di euro contro gli attuali 4 miliardi

In un Paese come l’Italia, che sta subendo fortemente la crisi occupazionale, con 2 milioni e 744 mila disoccupati nel 2012 a cui si sommano 2 milioni 975 mila inattivi disponibili a lavorare, oltre che economica, la Digital Economy può rappresentare la vera svolta per la ripresa anche sotto il profilo occupazionale. Lo confermano i dati presentati nel corso di IAB Events, il confronto odierno tra la industry del digitale, Istituzioni, Aziende e Associazioni dei Consumatori, tenutosi a Roma (Sala delle Conferenze – Piazza Montecitorio, 123/A – ore 14.30).

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Dopo l’intervento di apertura del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Prof. Francesco Profumo, tra i più importanti fautori dell’Agenda Digitale italiana, l’incontro si è focalizzato sugli aspetti legati all’impatto economico del digital con la lente di ingrandimento puntata sull’occupazione.

I dati presentati dal General Manager di IAB Italia, Fabiano Lazzarini, hanno evidenziato che in Europa si potrebbero creare 1.5 mln di posti di lavoro in più dalla Digital Economy, se tutti i Paesi EU fossero allineati nelle scelte.  In Italia sono circa 100mila i professionisti impiegati “direttamente” nel settore internet. Se il nostro Paese, che si posiziona ancora dietro la Spagna, puntasse maggiormente sulla Digital Economy, potrebbe creare una crescita occupazionale pari a quella di Paesi come il Regno Unito, al primo posto della classifica con circa 300 mila occupati nel settore, passando da un livello di remunerazione totale di 4 miliardi di euro a circa 10 miliardi. Se si guarda al solo comparto dell’advertising online, l’Italia si posiziona ancora al settimo posto per numero di occupati, ma si stima che se venissero fatte scelte fortemente orientate verso la digitalizzazione, il livello potrebbe raddoppiare raggiungendo la Francia, o addirittura quintuplicare, arrivando ai livelli attuali del Regno Unito. In questa direzione, risulta ancor più significativo l’indicatore degli investimenti del settore della pubblicità online, che IAB Italia stima sarà del +7/8% nel 2013, confermandosi unico comparto con un trend positivo in un contesto che vede il mercato pubblicitario tradizionale fortemente provato dalla crisi. Per questo motivo Lazzarini ha concluso il suo intervento chiedendo – anche tramite la nomina di un Ministro per l’economia digitale – una maggiore collaborazione pubblico/privata nell’ottica di aumentare la conoscenza e la formazione sul digitale delle aziende, specialmente le PMI, e inserire nelle scuole e Università le professionalità del digitale.  

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Marc Vos, partner & managing director di The Boston Consulting Group, ha ricordato cosa significhi “rivoluzione digitale”, ovvero l’opportunità rappresentata dall’internet economy nel mondo. Nel 2016, metà della popolazione mondiale sarà connessa alla rete, per un valore complessivo dell’economia digitale – che già oggi contribuisce per il 4% al PIL mondiale – pari ad oltre 4.000 miliardi di dollari. Un trend in crescita che nel già 2015 porterà al sorpasso da parte dei Paesi emergenti per quanto riguarda il numero di internauti: 1,4 miliardi contro i “soli” 700 milioni dei Paesi sviluppati. Un ecosistema, quello digitale, che va dai servizi di messaggistica all’e-commerce BtoB fino al m-commerce, per un valore complessivo di quasi 950 miliardi di dollari. Un’opportunità che molti paesi stanno già cogliendo: come il Regno Unito (leader mondiale dell’online advertising e dell’e-commerce), ma anche l’Egitto (turismo) e la Danimarca (e-government), a conferma che puntare sulle potenzialità legate ad internet è una scelta obbligata che nessun Governo può astenersi dal percorrere: promuovendo gli investimenti nelle infrastrutture; puntando allo “switch-off” della Pubblica Amministrazione; investendo nell’istruzione e nella creazione delle competenze digitali; stimolando l’e-commerce, l’innovazione e l’imprenditorialità digitale. Ma anche agevolando la mobilità globale dei talenti digitali e armonizzando le regole “del gioco” all’interno della stessa UE.

La panoramica offerta dalle due presentazioni ha fornito lo spunto per un importante dibattito sullo sviluppo del digitale in Italia, che ha visto la partecipazione di alcuni tra i principali protagonisti istituzionali del tema, ovvero l’avv. Antonio Preto, Commissario Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e Simona Zanette, Presidente IAB Italia, i quali hanno, grazie alla moderazione del Direttore di Key4biz, Raffaele Barberio, evidenziato le principali opportunità, ma anche le criticità, della crescita del digitale nel nostro Paese.

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L’On. Antonio Palmieri, Responsabile Internet e nuove tecnologie del PdL, l’On. Marco Meloni, Responsabile Riforme, PA e ricerca del PD e Cesare Avenia, Consigliere Confindustria Digitale, sono i protagonisti della Tavola Rotonda su “risultati e sfide aperte” insieme a  Marco Pierani, Responsabile Relazioni Istituzionali dell’Associazione Consumatori Altroconsumo, i referenti di importanti realtà aziendali come Luisa Piazza, Head of Public Affairs di Seat PG Italia e di keyplayer della Industry come Stefano Masiero, Amministratore Delegato E-Business Consulting, presenti inoltre in qualità di Sponsor dell’iniziativa.