Vinton Cerf, considerato uno dei padri di internet e dal 2005 chief internet evangelist di Google, ha rilasciato alcune dichiarazioni nel corso di una recente industry conference che ha avuto luogo in Hong Kong.
Cosa pensa Cerf dell’attuale internet, quali gli sviluppi futuri? Innanzitutto la pervasività della tecnologia mobile, dalle infrastrutture di rete ai dispositivi di accesso, una tendenza che continuerà progressivamente ad allargare gli orizzonti della super rete. E poi il costante superamento del digital divide e la presenza di infrastrutture di comunicazioni in grado di estenderne l’utilizzo in quei paesi dove gran parte della popolazione è priva di una qualsiasi opportunità di accesso alla rete.
Quanto espresso da Cerf trova consonanza con quanto avvenuto in Egitto, Tunisia e Libia; è la prova di quanto internet sia ormai diventato un ingrediente vitale per la democrazia e la libertà di comunicazione. Esserne consapevoli rende implicita la preoccupazione di mettere a punto interventi che consentano il funzionamento delle infrastrutture in quei paesi dove vengono attuati interventi liberticidi nei confronti di internet e dei suoi cittadini.
Cerf ipotizza poi la crescita di internet nella dimensione multimediale video e audio grazie allo sviluppo di tecnologia dedicata che ne permetterà un ampio utilizzo negli ambienti domestici e nelle automobili. Riguardo alla criticità nella gestione degli indirizzi e l’implicito passaggio da Ipv4 a Ipv6 Cerf osserva che il problema maggiore è dato dall’incompatibilità tra i due protocolli. La tecnica di indirizzamento di Ipv4 dovrà essere abbandonata favorendo la capacità dell’internet protocol di nuova generazione.
La comunicazione efficiente – secondo Cerf- sarà possibile soltanto quando tutti potranno comunicare attraverso uno stesso protocollo, avere tutti un indirizzo Ipv6. Un problema che si riflette sulla riconversione della tecnologia di rete: router, firewall, dispositivi NAT in utilizzo soprattutto nella dimensione residenziale non saranno in grado di riconoscere i pacchetti appartenenti a Ipv6, riceveranno pacchetti che non sapranno riconoscere. Ecco quindi che incombe lo spettro della grande migrazione che metterà in gioco l’ammodernamento delle infrastrutture per potere continuare a garantire a tutti un accesso alla rete.
Sul fronte della sicurezza Cerf punta il dito contro i browser, la componente più vulnerabile ai virus. Come migliorarne l’invulnerabilità? Una delle possibili strade è quella dell’open source, come sta facendo Google con Chrome. Le piattaforme aperte – è l’opinione di Cerf – permettono di individuare più facilmente i problemi e risolverli in tempi rapidi.