Microsoft contro Google

Siamo nel 2011, tutto è cambiato. Una volta era Microsoft a essere accusata di abuso di posizione dominante e concorrenza sleale. Oggi le parti si invertono. E Microsoft denuncia Google.

La vicenda è nelle mani della Commissione Europea. L’oggetto del contendere è infatti limitato al mercato europeo dove, in base all’accusa, Google detiene il 95% della ricerca online, contrariamente a quanto avviene invece negli Stati Uniti, dove la percentuale ascrivibile a Big G è di circa due terzi.

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La colpa di Google sarebbe di impedire alle aziende concorrenti l’indicizzazione su dati gestiti dall’internet company. La protesta di Microsoft si aggiunge a quella di altre aziende concorrenti che lo scorso novembre avevano fatto ricorso presso l’organismo europeo. Brad Smith, consulente legale dell’azienda di Redmond afferma di essere preoccupato per una condotta che mira a bloccare la creazione di qualsiasi alternativa da parte dei concorrenti.

E’ la prima volta che Microsoft scende in campo in modo formale contro Big G. La ricerca effettuata da motori alternativi, come nel caso di Bing, non consentirebbe di visualizzare tutte le informazioni risultanti da una medesima ricerca effettuata con l’engine di Google. Condizione che si tradurrebbe in una posizione di svantaggio in merito alla raccolta pubblicitaria.

I meccanismi e gli algoritmi di ricerca implementati da Big G (l’accusa è in particolare rivolta ai video disponibili su You Tube), determinerebbero un black out parziale dell’informazione, impedendo a motori di ricerca concorrenti di avere la stessa visibilità di cui dispone l’engine di Google.

La critica si estende ai servizi garantiti sui dispositivi mobile: smartphone basati su piattaforma Windows Phone, secondo le accuse di Microsoft, sarebbero privati dell’accesso a video di You Tube.

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