Le aziende tornano a investire in tecnologie, soprattutto in virtù di una nuova proposizione di offerta che consente di introdurre nuovi servizi di comunicazione e nuove piattaforme hardware.
E’ il caso di Cisco che nell’ultimo trimestre fiscale ha visto crescere il proprio fatturato del 27% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, fugando ogni dubbio sulla capacità di ripresa del mercato che, grazie a prospettive più stabili rispetto all’impoverimento causato alla debacle finanziaria del biennio 2008-2009, reagisce rimettendo in gioco investimenti sostanziali, in particoalre negli Stati Uniti e Paesi dell’area BRIC.
John Chambers, chief executive della società, afferma che il trimestre appena concluso è stato uno dei migliori registrati nella storia di Cisco: 10,37 miliardi di dollari contro gli 8,16 miliardi del corrispettivo trimestre 2009. Le vendite dei prodotti core business di Cisco si sono moltiplicate: il fatturato generati dal segmento switch è aumentato del 40% mentre quello relative al segmento router è lievitato di un altro consistente 23%.
La ripresa della domanda è testimoniata da risultati lusinghieri da parte di Ibm e Intel, tutte società che prevedono consistenti espansioni del business per i prossimi anni. Il volume d’affari prodotto dalle big IT companies tende quindi a recuperare quanto perso negli ultimi due anni e assicurare le premesse per una nuova fase di espansione post-crisi.
Tuttavia le certezze di questi tempi si dissolvono rapidamente. La ripresa attesa sul mercato europeo viene ora messa in discussione dalle incertezze determinate dal collasso finanziario innescato dalla Grecia e dalla instabilità e debolezze che si sono propagate a macchia d’olio a tutti i principali paesi dell’area Euro.
Nei prossimi mesi ci si attende un mercato globale IT a due velocità: in corsia di sorpasso gli Stati Uniti, in corsia per andature lente i paesi europei. La necessità di innovazione, rafforzata dalla gelata dello scorso biennio, non potrà tardare a manifestarsi anche in questi ultimi mercati, ma sarà fortemente attenuata e frenata dai tagli alla spesa pubblica, dalla stentata ripresa dei consumi e dalle difficoltà di accesso al credito che si manifestano soprattuto nella dimensione delle piccole e medie imprese. Eurolandia rimane la grande incognita per una possibile ripresa degli investimenti IT.