Perché Yahoo se ne va dall’Italia

Nasce la Yahoo Emea Limited, sotto il cui cappello vanno a finire le filiali nazionali. Ed è polemica sulla privacy

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Avete tempo fino al 21 marzo per decidere se restare, o meno, clienti di Yahoo. Da quella data in poi il colosso americano sposterà tutto il lavoro EMEA (Europa, Medio Oriente ed Africa) in Irlanda. I servizi dell’azienda, tra cui Messenger e Flickr, traslocheranno a Dublino con una conseguente sottomissione al diritto irlandese invece che a quelli nazionali. La decisione, oltre che a semplificare ed uniformare la policy per tutti gli utenti della zona EMEA, è stata presa per accentrare in un solo posto la già presente struttura di data center di Yahoo, già in parte a Dublino.

La spiegazione di Marissa

“Dublino è già la casa europea di tante aziende tecnologiche mondiali” – ha detto il CEO di Yahoo, Marissa Mayer, lasciando intendere come la cittadina britannica voglia diventare una sorta di Silicon Valley continentale, almeno come repository di brand del settore. Yahoo ha aperto i suoi uffici a Dublino nel 2003 e negli ultimi mesi ha assegnato 200 nuovi posti di lavoro per l’accentramento messo in obiettivo. 

La spiegazione fiscale

In realtà c’è anche un motivo economico alla base della scelta irlandese. Secondo il Financial Times, nel 2012 la Gran Bretagna ha beneficiato di circa 54 milioni di sterline in imposte sui redditi di impresa da parte di sette colossi hi-tech tra cui Apple ed Ebay. Il tutto grazie a una fiscalizzazione ridotta per le aziende che decidono di stanziarsi in paesi economicamente più vantaggiosi proprio come l’Irlanda, la Svizzera e il Lussemburgo.

Leggi anche:  Ecosistema al centro, l’equilibrio di connessioni strategiche