La China Labor Watch accusa Pegatron di non rispettare i diritti dei lavoratori arrivando in alcuni casi a non pagarli
Dopo Foxconn, accusata di sfruttare i minori nelle fabbriche, anche Pegatron, nuovo partner di Apple per la produzione di iPhone, è entrata nel mirino delle organizzazioni in difesa dei lavoratori. L’associazione con sede a New York China Labor Watch (CLW) è entrata di nascosto in 3 stabilimenti dell’azienda taiwanese in Cina dove viene prodotto l’iPhone low cost e ha constatato che questa non rispetta le leggi sul lavoro imposte da Pechino.
Niente paga e orari massacranti
La CLW accusa Pegatron di applicare ingiuste trattenute sui salari e in alcuni casi addirittura di non retribuire gli operai. Nel mirino dell’organizzazione in difesa dei lavoratori è finita anche Apple, a cui si contesta il fatto che le ore lavorative imposte ai dipendenti di Pegatron siano di 70 settimanali, 10 in più di quelle previste dalla legge. In questo caso l’azienda taiwanese pare abbia falsificato i documenti per apparire a norma.
Pegatron e Apple si difendono
Pegatron ha risposto alle accuse affermando che i suoi lavoratori possono inviare reclami sulle condizioni di lavoro sfruttando diversi canali mentre Apple, che ha affermato che la media oraria di lavoro è inferiore alle 50 ore settimanali, ha deciso di indagare sui salari non corrisposti per far sì che siano rimborsati.