Patrimoni applicativi: la scienza del riuso

Una Micro Focus Conference 2013 tutta dedicata alla metafora delle app mobili B2B, B2C e B2E. Una strada aperta al software legacy grazie a strumenti come Visual Cobol e le suite di analisi e testing proposte dallo specialista britannico

Il rinnovamento del software è “ostacolato” dall’ingombrante eredità della applicazioni sviluppate nel corso del tempo, magari su piattaforme oggi considerate – magari a torto – un po’ fuori moda? Micro Focus ha sicuramente una soluzione in grado di liberare risorse che spesso la stessa azienda non sa di possedere e di adattarle alla moderna realtà delle Web application, incluse quelle più gettonate nell’epoca della mobilità e del bring your own device.

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Micro Focus Conference 2013

A Milano, Micro Focus ha organizzato la sua consueta conference annuale, un evento che secondo il responsabile marketing Giuseppe Gigante è sempre più orientato a «fare cultura», coinvolgendo le aziende clienti e gli istituti di ricerca, più che a mettere in vetrina la pur ricca offerta dell’azienda fondata in Gran Bretagna nel lontano 1976 e specializzata in tool di sviluppo e in prodotti e consulenza per l’application lifecycle management. Gli ospiti e gli interventi dell’edizione 2013 hanno affrontato la tematica, quanto mai attuale, della trasformazione applicativa, soprattutto nell’ottica della “mobilizzazione”, ossia delle conversione di software e procedure aziendali in app, magari rese disponibili internamente attraverso l’efficace metafora dell’enterprise app store. Come si affronta una questione così complessa in organizzazioni grandi e piccole ma consolidate nel tempo, la cui base applicativa – e soprattutto i cui investimenti finanziari – poggiano su paradigmi “storici” come i sistemi mainframe o il client/server pre-Web?

Nel corso dell’evento Gigante ha presentato i risultati di una ricerca svolta in Italia su un campione di aziende rappresentative sia del mondo della clientela Micro Focus, sia del versante dell’offerta di servizi. Emerge, ha rivelato Gigante, un panorama molto stimolante per il mercato degli strumenti e dei servizi di application trasformation. Entrambi i mondi presi in esame hanno in corso, con medie attestate sulla metà dei rispondenti, progetti di trasformazione verso le app mobili. A livello dimensionale, precisa poi Gigante, le piccole aziende con un orientamento B2B, mentre le grosse sono più interessate al B2C. Le aziende dell’offerta aggiungono anche progetti di natura più legata alla Web collaboration e al cloud. Tutti inseguono obiettivi di maggiore fruibilità, engagement degli utenti, flessibilità nell’erogazione dei servizi. E molti identificano come ostacolo a questo percorso, oltre che la scontata tematica della sicurezza, il costo economico dell’adeguamento e la difficoltà nel reperire le competenze giuste.

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La risposta delle tecnologie e del know how consulenziale di Micro Focus e dei suoi partner, ha ribadito Gigante, è efficace in tutti e due casi, rendendo possibile il riuso, in chiave moderna, di patrimoni applicativi legacy.

Linguaggio Cobol

Pierdomenico Iannarelli, dal 2005 country manager di Micro Focus Italia, si soffermato su un aspetto specifico come la presenza di un linguaggio di vecchia generazione come il Cobol. «E’ ancora una parte fondamentale del software aziendale e su questa esigenza Micro Focus genera più di metà del suo fatturato.» Una ricerca presentata alla Micro Focus Conference conferma la forte richiesta di competenza Cobol a livello enterprise, una richiesta certificata dai pareri raccolti tra le istituzioni accademiche, che invocano l’inserimento di corsi di programmazione Cobol nei piani di studio. Iannarelli propone un confronto diretto con la Volkswagen Golf, «un’automobile nata praticamente nello stesso anno di Micro Focus. Un design vecchio di 35 che ha saputo evolversi fino a includere le tecnologie che piacciono oggi. La stessa cosa che abbiamo saputo fare noi, rispondendo puntualmente alle esigenze di trasformazione dei nostri clienti».

Micro Focus Visual Cobol

Gigante e Valentino Magri, solutions consulting team leader, hanno infine discusso con i giornalisti i vantaggi di soluzioni come Micro Focus Visual Cobol, ambiente che, spiega Gigante, «permette di lavorare sul Cobol legacy con le competenze di cui dispone un giovane programmatore esperto di Visual Basic, Java o Eclipse». Mentre Magri ha messo in risalto l’efficacia di strumenti di assessment applicativo che «ci consentono di aiutare i nostri clienti a mettere in evidenza quali risorse e servizi software già esistenti sono aperti alla trasformazione verso le mobile app, evitando così costosi progetti di riscrittura totale». Un terzo elemento è rappresentato dall’accelerazione dei tempi di sviluppo, e del time to market, un altro potente fattore di risparmio che Micro Focus mette a disposizione del cliente attraverso la sua suite di strumenti di testing. «Anche davanti alla pressante richiesta di contenimento della spesa – ha concluso Gigante, Micro Focus offre la risposta giusta al tempo in cui viviamo, aprendo la strada al riutilizzo del legacy verso le tecnologie attuali, senza costringere a riscrivere tutto».

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