Mi ricordo un racconto di fantascienza di parecchi anni fa – se non erro una trentina o giù di lì proprio quando stava iniziando l’era dei primi personal computer – in cui in un futuro remoto l’uomo si era adattato in modo agghiacciante alla tecnologia, ipertrofizzandosi a livello di testa e di indici delle mani e atrofizzandosi per tutto il resto. Il cervello e gli indici per l’utilizzo delle tastiere sarebbero stati tutto quel che sarebbe servito. Da allora la tecnologia si è evoluta tantissimo, in un modo difficilmente prevedibile allora.
I videogiochi stessi hanno cambiato fortemente paradigma. Dall’uso relativamente “sedentario” – anche se schizofrenico – del joystick, che poteva essere in linea con le orrende profezie di cui sopra, abbiamo assistito negli ultimi anni a un’evoluzione dei giochi coinvolgenti l’intero corpo, soprattutto grazie all’innovazione di un colosso giapponese che ha permesso di giocare in molte case a vere e proprie simulazioni di sport: dal tennis, al golf, al pugilato, al baseball, etc etc. Quante sudate fisiche, e quanti oggetti rotti, nelle case – soprattutto sotto le feste natalizie – grazie alle sfide intergenerazionali disponibili grazie ai controller wireless in grado di capire dove fossero orientati nello spazio!
Finalmente si poteva seguire quella legge tramandata dai maestri antichi latini: mens sana in corpore sano! Tanto che il costruttore nipponico ebbe l’idea di lanciare sul mercato anche un videogioco di simulazione per esercizi di palestra che dovrebbero consentirci di rimanere in forma senza uscire da casa.
Uso il condizionale perché leggo ora i risultati di uno studio di un centro di ricerca americano (il Baylor College of Medicine di Houston, in Texas) durato poco più di tre mesi che pare sfatare l’evidenza. Hanno diviso un’ottantina di bambini tra i nove e i dodici anni in due gruppi: uno che utilizzava con frequenza videogiochi di movimento di cui sopra, l’altro che adoperava con altrettanta frequenza videogiochi più tradizionali e sedentari. Alla fine pare che non ci siano state differenze tra i due gruppi, anzi quello “sedentario” pare abbia avuto un leggero risultato migliore, in termini di forma fisica.
A me pare veramente strano, e a voi? Può essere che al primo gruppo veniva concesso di andare a strafogarsi nei peggiori fast food, mentre l’altro poteva consumare solo insalata? Oppure il secondo gruppo era composto da bambini olimpionici che, al di fuori del tempo concesso al gioco, si sparava una decina di vasche o quattro giri di pista come nulla? Boh? Io intanto però mi guardo le dita, ma soprattutto la pancia, proprio mentre scrivo su tastiera…e penso che occorra proprio che faccia qualcosa per il mio fisico, “palestra virtuale o reale” che sia …Meditiamo, gente, meditiamo…:-)
Tratto dall’editoriale della newsletter di DMO. Per iscriverti alla Newsletter registrati al portale cliccando qui
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