“I dati non sono della Pa, ma dei cittadini, una volta liberati i dati questi potrebbero essere utilizzati dalle aziende per applicazioni ad hoc” cfr. Gigi Cogo
Finalmente anche in Italia si inizia a parlare di Open Data e nascono associazioni o correnti di pensiero a loro favore.
Gli Open Data implicano che alcune tipologie di dati siano liberamente accessibili a tutti, senza restrizioni di copyright, brevetti o altre forme di controllo che ne limitino la riproduzione.
Chiaramente per liberare i dati è necessaria una pubblica amministrazione che sia parte attiva del processo dando il via a una vera rivoluzione.
Forse in Italia, terra culturalmente ostile all’innovazione, è ancora presto per percorrere questa strada.
Voi cosa ne pensate?
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