Riflettori puntati sulla conservazione delle informazioni nel lungo periodo in occasione della prossima edizione di OMAT, in programma il 10 e 11 novembre a Roma.Una delle sfide di questo secolo è senza dubbio gestire in modo efficace e produttivo le informazioni in formato digitale, conservando la memoria del nostro tempo e delle attività che lo caratterizzano. Ma come essere sicuri che i dati creati oggi saranno disponibili e interpretabili anche in un futuro lontano?
Di questo e molto altro si discuterà a OMAT, la principale mostra convegno italiana dedicata alla gestione elettronica delle informazioni, nel corso del convegno “COME CONSERVARE I DATI DIGITALI NEI PROSSIMI MILLE ANNI”, in programma giovedì 11 novembre. Il sito Internet della manifestazione è www.omat360.it/rm10. L’ingresso è gratuito previa registrazione sul sito.
Moderato da Pierluigi Ridoilfi, professore presso l’Università di Bologna, il convegno vuole offrire ai partecipanti alcuni elementi guida fondamentali per procedere alla conservazione della memoria digitale, attingendo direttamente da alcune delle più importanti esperienze e indirizzati da qualificati esponenti del mondo accademico e tecnico.
Dopo un panorama degli aspetti normativi, si affronterà il tema di come vanno pensati (ed organizzati) i luoghi di conservazione della memori digitale e quali devono essere le modalità di produzione e di trasferimento dei documenti informatici tra i soggetti produttori di informazioni digitali ed i luoghi di conservazione.
In seguito verrà analizzata la conservazione degli archivi digitali nel contesto internazionale, passando in rassegna le principali iniziative di “digital preservation” ed evidenziando i metodi adottati, i risultati conseguiti, i prodotti resi disponibili e le principali differenze rispetto alla realtà italiana.
La pratica sarà illustrata tramite tre casi reali: il sistema di conservazione a norma del Notariato Italiano, l’archivio di deposito (polo archivistico) dell’Emilia – Romagna e il sistema di conservazione di Regione Toscana
I lavori termineranno con una tavola rotonda al fine di riassumere ed armonizzare i concetti emersi durante la conferenza.
Gli studi dell’Università di Berkeley e di IDC ci dicono che la quantità di informazioni digitali generate annualmente al mondo sta letteralmente esplodendo – ha commentato Vincenzo Gambetta, direttore scientifico di OMAT – andando dai 12 Exabyte (miliardi di miliardi di caratteri) generati nel 1998, ai 95 del 2005, agli 800 del 2009 ai 1.200 previsti per il corrente anno fino ad arrivare ai circa 35.000 previsti per il 2020. È evidente che quello della conservazione dei dati sia un tema quanto mai attuale: nel corso di OMAT cercheremo di fornire ai partecipanti delle linee guida sicure e applicabili.