Mai più un altro Datagate, questo l’obiettivo della National Security Agency che mette le sbarre ai suoi sistemi e introduce l’accesso doppio
Il Generale Keith Alexander, direttore della NSA e capo della divisione per la cyber-security, è stato chiaro quando ha riferito lo scorso giovedì che l’agenzia sta sperimentando nuove forme di sicurezza volte a prevenire il furto di grandi volumi di dati classificati. Ma cosa comporterà, nella pratica, una scelta del genere? Oltre a richiedere agli amministratori di sistema di operare in coppia quando si accede a informazioni altamente riservate, la NSA limiterà il numero di autorizzati che possono scaricare informazioni sensibili su unità rimovibili come hard.disk esterni, chiavette, smartphone e tablet.
Restrizioni e compromessi
Al di là dei reali effetti positivi che le dichiarazioni di Snowden abbiano causato, quello che vuole la NSA è non rischiare che succeda un episodio del genere da parte di un membro interno, peggio per intrusioni esterne. Fare questo vuol dire limitare la lettura di alcuni documenti a persone per le quali non è strettamente necessario (come Snowden) ma nel contempo permettere una certa velocità di accesso a coloro a cui è permesso. “Dobbiamo capire come bilanciare le necessità” – ha riferito Alexander durante l’Aspen Security Forum in Colorado la settimana scorsa.
La risposta dei Big
I commenti di Alexander arrivano lo stesso giorno in cui un certo numero di società hi-tech tra cui Google, Apple e Facebook hanno scritto una lettera alla Casa Bianca chiedendo di quantificare il numero di richieste di accesso ai dati degli utenti fatte dalle agenzie di intelligence e le forze dell’ordine.