Non solo startup per “scatenare” l’industria italiana

Mind the Bridge al 43°Convegno nazionale promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria dal titolo “Scateniamoci” lancia un programma per aiutare imprenditori e manager a riavviare percorsi di crescita e di innovazione

L’Italia è una macchina che non sa più crescere e che occorre riavviare attraverso la contaminazione tra imprese dei settori “maturi” e startup ad alto contenuto di innovazione. In questa ottica si inquadra il nuovo programma “Executive” che la fondazione Mind the Bridge ha lanciato a Santa Margherita Ligure, in occasione del 43° Convegno Nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria.

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“In questi ultimi mesi abbiamo ricevuto tantissime richieste e dimostrazioni di interesse, non solo da parte di startup ma anche da parte di imprese avviate e manager, per un percorso di crescita in Silicon Valley – ha commentato Alberto Onetti, Presidente di Mind the Bridge – Per questo motivo oggi diamo vita a un nuovo programma Executive di due settimane attraverso il quale sarà possibile aiutare manager di aziende esistenti a guardare al proprio business da una prospettiva diversa e con un’ottica internazionale. Non solo supporto alle startup quali agenti di cambiamento come fatto fino a oggi, quindi, ma anche aiuto alle imprese consolidate per far ripartire la macchina dell’innovazione che, come i dati dimostrano, risulta ferma da tempo”.

La necessità di una contaminazione tra startup innovative e aziende consolidate come volano per la ripresa dell’economia è confermata, come spesso accade, anche dal modello americano. Secondo i dati della Kauffman Foundation, infatti, presentati oggi da Alberto Onetti durante il panel “Ready, Startup, Go! Nuovi ecosistemi per nuove imprese”, negli Stati Uniti le nuove aziende contano solo per il 3% ma creano 3 milioni di nuovi posti di lavoro nel primo anno di vita (il 20% del totale) mentre le aziende esistenti ne perdono in media 1 milione ogni anno.

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Allo stesso modo anche il nostro paese soffre di un posizionamento prevalente su settori maturi che determina un continuo calo dell’economia reale (18,6% del PIL, era il 21% nel 2000). Il peso dei settori innovativi è ancora troppo basso (2-6%), tuttavia sono incoraggianti i segnali di cambiamento che vengono proprio dal mondo delle startup: già solo nei 6 mesi successivi all’entrata in vigore del Decreto Sviluppo bis, sono nate 736 startup (Infocamere 2013). E si contano migliaia di nuovi progetti di impresa ogni anno.

“I tanti imprenditori che ci vengono a trovare nell’incubatore a San Francisco apprezzano moltissimo la possibilità di contaminarsi con i progetti che partecipano alla nostra Startup School: il programma Executive procederà in parallelo con la scuola e con i programma di accelerazione – ha concluso Alberto Onetti – Applicheremo ai business esistenti quello che viene chiamato il “lean approach” aiutandoli a pensare in maniera destrutturata per trovare nuove opportunità e mettere a frutto il talento italiano che da diverso tempo a questa parte si è un po’ smarrito”.

Il programma, organizzato in sessioni di 2 settimane ciascuna per un massimo di 15-20 partecipanti, sarà calendarizzato in modalità custom-based sulla base delle specifiche esigenze delle aziende e aperto agli imprenditori di tutto il mondo al fine di offrire un’atmosfera internazionale in cui il pensiero creativo possa contaminarsi con l’esperienza e il saper fare delle imprese consolidate.